Con una Project Room intitolata “La caduta degli dei”, interamente focalizzata sulle fotografie alle Acciaierie di Terni negli anni Settanta, la città marchigiana si appresta a ospitare una retrospettiva dedicata a Sandro Becchetti. Svelando la sua poetica oltre i più conosciuti soggetti ritratti nelle sue foto, da Andy Warhol a Pier Paolo Pasolini.
Scomparso nel 2013, il fotoreporter romano Sandro Becchetti è al centro di una monografica aperta dal 25 novembre negli spazi di CAOS | Centro Arti Opificio Siri, a Terni. La seconda città dell’Umbria accoglie così una mostra che ne ricostruisce il profilo e l’attività artistica, rinsaldando il legame tra questo autore e la regione del Centro Italia da lui scelta come luogo d’elezione negli ultimi anni di vita.
Punto d’avvio del progetto espositivo L’inganno del vero – curato da Valentina Gregori e da Irene Labella, con la collaborazione dell’associazione culturale Primavere Urbane e di Sistema Museo, è stato concepito da Opera Laboratori Fiorentini e promosso dal Comune di Terni – è una pubblicazione risalente al luglio 2015 edita da Postcart. Il volume, uscito postumo e intitolato L’inganno del vero. Tracce di un percorso in soggettiva, raccoglie 20 scritti e 85 fotografie di Sandro Becchetti.
Si tratta di un documento che ha fornito al duo curatoriale lo spunto per un approfondimento finalizzato a “far emergere, in una lettura omogenea, gli aspetti più potenti e contrastanti del linguaggio fotografico di Becchetti.”
Seguendo tale principio, il percorso di visita approfondisce la produzione del fotografo, estendendo l’ottica oltre le opere più note al grande pubblico. Infatti, accanto ai ritratti di alcune delle voci più significative della scena culturale internazionale del XX secolo – da Alfred Hitchcock a Andy Wahrol, da Pier Paolo Pasolini a François Truffaut, fino a Federico Fellini – la mostra svelta le fotografie delle periferie della Roma “pasoliniana” e una selezione di paesaggi dell’Umbria. Nella speciale Project Room denominata La caduta degli dei vengono inoltre esposte 10 fotografie realizzate da Becchetti alle Acciaierie di Terni, negli anni Settanta.
Questo allestimento, arricchito anche con lavori inediti, si propone l’obiettivo di incrociare diversi piani di lettura, attivando “una riflessione personale e collettiva” attraverso la combinazione di alcuni degli oggetti più significativi della vita del fotografo e delle fotografie legate a Terni.
Nato nel 1935 nella Capitale, Becchetti si è avvicinato alla professione di fotografo a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta. Nel corso della carriera, portata avanti fino al 1980 quando scelse di allontanarsi da questo universo per 15 anni, ha documentato la realtà sociale, politica e culturale dell’Italia; ha collaborato con le principali testate nazionali e con alcuni importanti giornali internazionali.
Una volta ripresa la macchina fotografica nel 1995 – nel corso della pausa, si occupò prevalentemente dell’arte del legno e di soggetti per fiction televisive – condusse una ricerca sulla Spagna, sul Portogallo e, successivamente, sulla sua città natale; numerose le mostre e le pubblicazioni all’attivo. Ha trascorso gli anni della sua esistenza in Umbria, terra d’origine della famiglia.
La retrospettiva Sandro Becchetti. L’inganno del vero resterà aperta fino al 4 marzo 2018.