Allo Yorkshire Sculpture Park, con Alfredo Jaar e Ai Weiwei

25 Dicembre 2017


Nel primo e più bel parco di sculture della Gran Bretagna“, come è stato definito, c’è tempo fino ad aprile 2018 per visitare due mostre d’eccezione, dedicate ad altrettanti artisti di primo piano della nostra epoca.

Negli spazi della galleria sotterranea e nei giardini esterni, i riflettori sono puntati sull’acclamato artista cileno Alfredo Jaar, cui l’istituzione inglese – aperta esattamente 40 anni fa – dedica una grande personale dal titolo The Garden of Good and Evil.
Originario di Santiago del Cile, dove è nato nel 1956, Jaar ha vissuto con la sua famiglia in Martinica dai 5 ai 15 anni; ora è di base a New York. Nei suoi progetti testimonia un profondo interesse verso i temi delle disuguaglianze e delle ingiustizie in tutto il mondo: dall’inquinamento tossico in Nigeria al genocidio in Ruanda.

In occasione di questo appuntamento ha realizzato – su commissione – l’opera che dà il titolo alla monografica. The Garden of Good and Evil (2017), presentata all’aria aperta e visibile attraverso la facciata di vetro della galleria, offre ai visitatori la possibilità di misurarsi con delle celle singolari d’acciaio. Seppur fabbricate con un design pulito e persino raffinato, intendono evocare i cosiddetti “black sites”, ovvero le strutture segrete di detenzione gestite dalla CIA presenti in vari luoghi del mondo. L’opera sarà inclusa nella collezione permanente di YSP dopo la chiusura della mostra.
L’intero percorso espositivo apre un varco nella produzione, toccante e complessa, dell’artista: da The Sound of Silence (2005), dedicata a una giovane vittima della carestia sudanese del 1993, ad A Hundred Times Nguyen (1994), con le 100 immagini di una bambina incontrata dall’artista mentre visitava i cosiddetti “centri di detenzione per i rifugiati” di Hong Kong all’inizio degli anni Novanta, fino alla più recente Shadows (2014).

Resterà invece aperto fino al 22 aprile 2018 Ai Weiwei’s Circle of Animals / Zodiac Heads, il secondo appuntamento promosso in concomitanza con il quarantennale dello Yorkshire Sculpture Park. Negli spazi del cosiddetto Lower Park, sono state posizionate le 12 teste di animali in bronzo che  dal maggio 2011 sono al centro di una tournée internazionale. Attraversando l’Europa, l’Asia e l’America, queste opere raffiguranti lo zodiaco cinese tradizionale – che un tempo ornava il famoso orologio a fontana dello Yuanming Yuan, nel palazzo imperiale estivo di Pechino – propongono un’interpretazione del concetto di “metamorfosi provocata dall’espulsione e dalla migrazione“.
L’arte – sostiene l’artista e attivista dei diritti umani, cui è stato assegnato l’Ambassador of Conscience Award by Amnesty International nel 2015 – ha una responsabilità unica nella ricerca della verità.”

[Immagine in apertura: Ai Weiwei’s, Circle of Animals / Zodiac Heads, 2010Courtesy the artist and YSP, photo© Jonty Wilde]