L’unico disco jazz a vincere un Grammy Award torna sul mercato a dieci anni di distanza, in versione ampliata. Il pianista di Chicago ha rivisitato molti dei classici degli anni Settanta della cantautrice canadese Joni Mitchell, sua amica.
Quando River: The Joni Letters di Herbie Hancock vince il Grammy Award 2007 come Album dell’anno, battendo Kanye West, Amy Winehouse, Foo Fighters e Vince Gill, entra nella storia per essere il primo disco jazz a impossessarsi di un premio del genere in 43 anni, dai tempi dell’affermazione di Getz/Gilberto nel 1965. Ora, in occasione del suo decennale, quell’album torna sul mercato per la Verve Records / UMe in versione ampliata e riarrangiata, con quattro brani bonus.
“A questo punto della mia carriera“, ha detto Hancock quando è stato annunciato l’album, “voglio fare qualcosa che arrivi nelle vite e nei cuori delle persone“.
Con River – che contiene la rivisitazione di molti dei classici degli Anni Settanta della cantautrice canadese Joni Mitchell, amica di lungo corso di Hancock, tra cui Both Sides Now (del 1968, portata al successo tra gli altri da Frank Sinatra) – il pianista di Chicago ha fatto proprio questo: chiamando al suo fianco il produttore e collaboratore abituale di Mitchell, Larry Klein, ha trasformato le canzoni in poemi lirici, lontani dal suono convenzionale dei dischi jazz.
“Volevamo creare un nuovo vocabolario, un nuovo modo di parlare in senso musicale“, ha detto Hancock. E Klein ha aggiunto: “Abbiamo usato le parole per guidarci, tutta la musica proviene dalla poesia“.