Due gallerie milanesi dedicano in contemporanea un omaggio all'artista italiano che nelle sue opere riconduce la pittura alla condizione di "pura energia".
“Confesso che mentre facevo quest’opera, quest’opera si è fatta. Il colore diventava luce e la luce diventava colore, e questo è il massimo risultato che si possa ottenere in pittura. Adesso dovrei dire che sono disoccupato, perché ora non riesco a immaginare altro. È stato un avvenimento straordinario: mi sono messo in questa chiesa e tutti i giorni l’opera nasceva, nasceva, nasceva, perché queste opere non si fanno, ma nascono, nascono…”
Con queste parole l’artista Valentino Vago ripercorre la genesi del suo più recente intervento pittorico, il 21esimo di arte ambientale appositamente messa a punto per un edificio sacro. Dall’esordio in questo specifico ambito nel 1982, con un’opera realizzata all’interno della chiesa parrocchiale di Barlassina, sua città natale, Vago non si è mai fermato, arrivando nel maggio scorso a concludere questo importante ciclo destinato alla Chiesa di San Giovanni in Laterano, a Milano, in zona Città Studi.
“E sono contento perché non pensavo di farcela, a dire la verità. Sognavo un risultato del genere: era proprio un sogno“, ha aggiunto ancora l’artista classe 1931, che ha realizzato quest’opera in due tempi. Nell’autunno 2016 ha infatti dipinto l’abside e il transetto; nell’estate 2017 si è concentrato sulla cupola e sulle cappelle laterali.
Nel prossimo mese di gennaio, gli aspetti salienti del lavoro si potranno ammirare nel loro insieme grazie a due visite guidate, in programma sabato 13 e lunedì 22.
Un’occasione per comprendere quanto forte sia lo slancio insito nella pittura di Vago “ad uscire dallo spazio pittorico convenzionale per entrare in una dimensione ambientale, concepita come forma di spazio infinito“: una peculiarità da cogliere anche nell’osservazione dei dipinti esposti alla Galleria Annunciata e alla Galleria del Milione di Milano, in due mostre aperte fino al 2 febbraio 2018.