Il consorzio internazionale capitanato dallo studio statunitense Diller Scofidio + Renfro si è aggiudicato il concorso per il nuovo parco urbano di Mosca, ottenendo l'incarico tra 90 candidature. L'opera è stata inaugurata lo scorso autunno e introduce numerosi elementi di novità nel tessuto urbano della capitale russa.
Dopo 50 anni dall’ultimo progetto affine, la capitale russa ha scelto di dotarsi di un nuovo parco urbano. Zaryadye Park, già annoverato tra i must see per i visitatori che si recheranno a Mosca in occasione dei Mondiali di Calcio 2018, al via il 14 giugno prossimo, si estende in un’area di oltre 10 ettari lungo il fiume Moscova, nelle immediate vicinanze dell’iconica Piazza Rossa e del Cremlino.
L’intervento è stato messo a punto da un consorzio di progettisti internazionali, capitanato dal team statunitense Diller Scofidio + Renfro. Si tratta dello stesso studio che a New York ha rigenerato, all’insegna del verde, una linea ferroviaria in disuso, e che attualmente sta lavorando nella realizzazione di un’opera altrettanto ambiziosa: The Shed, un museo trasformabile.
Promosso nel 2012 dalla città di Mosca, con il coordinamento dell’architetto capo Sergey Kuznetsov, il concorso di progettazione internazionale ha portato alla completa ridefinizione di una vasta porzione della capitale russa, precedentemente legata a funzioni di tipo commerciale.
Diller Scofidio + Renfro e gli altri partner coinvolti nell’operazione, tra cui Hargreaves Associates e ARUP, hanno concepito il nuovo spazio pubblico ispirandosi alla cosiddetta “urbanistica selvaggia”. Infatti, rispetto agli altri parchi storici di Mosca, Zaryadye Park “è uno spazio pubblico che resiste a una facile categorizzazione. È un parco, una piazza urbana, uno spazio sociale, un’istituzione culturale con offerte per il tempo libero“, come ha sottolineato l’architetto Charles Renfro.
Le presenze vegetali contemplano continue variazioni, così come mutevoli si rivelano le relazioni tra Natura e architettura, con padiglioni destinati a iniziative di carattere culturale che si affiancano ad arredi progettati per incoraggiare il riposo e l’osservazione del paesaggio. Anche i percorsi seguono criteri analoghi, lasciando aperta la possibilità per i visitatori di definire in completa autonomia le modalità di attraversamento ed esplorazione dello spazio.