Per anni l'artista sloveno Mušič non riuscì a misurarsi con l’angoscioso ricordo del lager. Rimasto imprigionato sette mesi, fino al giugno 1945, nel campo di Dachau fissò su qualsiasi supporto disponibile il dramma di quell'esperienza. Ventiquattro suoi disegni, sopravvissuti al tempo, sono in mostra a Trieste.
Apre al pubblico il 27 gennaio – in concomitanza con la Giornata della Memoria – la mostra Zoran Mušič. Occhi vetrificati: esposti 24 disegni a matita o inchiostro, fissati su supporti di diversa consistenza e formato, realizzati dall’artista nel corso della sua prigionia a Dachau.
Risalenti al 1945, queste opere restituiscono su fogli di quaderno, carte di riciclo e pagine di libri tutto l’orrore di quell’esperienza, vissuta dal pittore e incisore sloveno “marchiato” con il tragico Triangolo Rosso dei deportati politici. Fino al 2 aprile sarà possibile conoscere questa specifica porzione della sua produzione al Civico Museo Revoltella di Trieste, grazie alla rassegna curata da Laura Carlini Fanfogna e promossa dall’amministrazione comunale locale.
Nella tragedia della vicenda storica, singolare e per certi versi affascinante è il destino di questa toccante raccolta. Dei disegni esposti, infatti, 23 erano stati “dimenticati” tra i fascicoli d’archivio nelle sedi dell’ANPI, ANED, ANPPIA; uno era conservato nella sede dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli Venezia Giulia. Una ricerca condotta dal professor Franco Cecotti – collaboratore dell’IRSML e oggi vicepresidente dell’Associazione Nazionale Ex Deportati-ANED – li ha sottratti dall’oblio nel luglio 2016.
Questo corpus di lavori deve essere considerato come parte di un insieme più ampio, i cui pezzi mancanti vennero in parte donati dallo stesso artista ai compagni sopravvissuti e in parte andarono dispersi.
“I 24 disegni di Mušič, vero tesoro d’arte e di storia, dopo l’esposizione resteranno in deposito nelle nostre Collezioni – ha anticipato la curatrice, che è anche direttrice del Servizio Civici Musei e Biblioteche del Comune di Trieste. – Saranno affiancati dalla storica videointervista che 20 anni fa l’artista rilasciò in occasione della sua mostra alla Risiera di San Sabba, rievocando quella deportazione a Dachau.”