Aggiudicandosi sei premi su sei nomination, il cantante hawaiano che ama Michael Jackson ha dominato la 60esima edizione dei Grammy Awards, caratterizzata da tanti discorsi ed esibizioni sul tema della lotta contro le violenze sulle donne.
Bruno Mars è il vincitore assoluto della 60esima edizione dei Grammy Awards, che si è svolta nella notte (per l’Italia) del 28 gennaio al Madison Square Garden di New York. Nonostante fosse il rapper Jay-Z il favorito con 8 nomination, l’ha spuntata il cantante hawaiano che ama Michael Jackson, aggiudicandosi tutti e 6 i premi per i quali era candidato; tre nelle categorie minori, gli altri in quelle più importanti: Album of the Year (24K Magic), Record of the Year e Best Song of the Year (con il brano That’s What I Like).
Segue a ruota Kendrick Lamar, che ha conquistato 5 Grammy, compreso il miglior album rap (DAMN) e la miglior canzone rap (HUMBLE), oltre a tre riconoscimenti secondari, come il Best Rap/Sung Performance (Loyalty) condiviso con Rihanna.
Questa edizione dei Grammy è stata caratterizzata dai tanti discorsi e momenti dedicati ai movimenti #Metoo – quasi tutte le star presenti alla serata hanno indossato una rosa bianca, come simbolo della lotta delle donne contro gli abusi – e da esibizioni in tema: Elton John ha cantato Tiny Dancer (insieme a Miley Cyrus) con una rosa bianca sul pianoforte e la pop star Kesha – nota per la battaglia legale contro il suo produttore Dr. Luke, da lei accusato di violenza sessuale – si è esibita in una commovente Praying insieme ad un gruppo di colleghe, tra cui Cyndi Lauper.
[Immagine in apertura: Bruno Mars live nel 2010 a Houston, photo by Brothers Lee, fonte Flickr]