Fondata da Re Giorgio III in 1768 e prossima a celebrare il traguardo dei 250 anni dall'istituzione con l'apertura della nuova sede, progettata dall'architetto David Chipperfield, la Royal Academy of Arts ricostruisce il profilo di Carlo I d'Inghilterra a partire da 90 capolavori della sua straordinaria collezione.
Con la mostra Charles I: King and Collector, la Royal Academy of Arts avvia le celebrazioni per il 250esimo anniversario della propria istituzione. Aperta fino al 15 aprile, l’esposizione ricostruisce una delle più straordinarie raccolte d’arte mai costituitesi a livello internazionale, offrendo nel contempo un ritratto del sovrano giustiziato nel 1649. Nel corso del suo regno, infatti, Carlo I d’Inghilterra acquistò e commissionò decine di capolavori, dando vita a una collezione che comprendeva opere – tra gli altri – di Van Dyck, Rubens, Holbein, Tiziano e Mantegna, di autori attivi in tutta Europa tra il Quattrocento e il Seicento e nei secoli precedenti.
Al momento della sua scomparsa, si stima che avesse raccolto circa 1.500 dipinti e 500 sculture, un patrimonio comprensivo di lavori che aveva visto anche lontano dalla sua patria: è il caso, ad esempio, della collezione dei Gonzaga, i duchi di Mantova, in larga parte acquisita.
Organizzata dalla Royal Academy of Arts, in partnership con il Royal Collection Trust, Charles I: King and Collector intende offrire una lettura ampia della profonda passione artistica del sovrano, non a caso presentato da Christopher Le Brun, presidente della Royal Academy of Arts, come uno dei più grandi collezionisti di tutti i tempi. Nel percorso espositivo sono comprese più di 90 opere d’arte, concesse dalla Royal Collection e da importanti istituzioni culturali internazionali, tra cui la National Gallery, il Musée du Louvre e il Museo Nacional del Prado.
In particolare, proprio questi due ultimi enti inclusero nella propria collezione parte delle raccolte appartenute a Carlo I d’Inghilterra, poiché durante la Restaurazione Carlo II non riuscì a ricostituirle in forma completa.
In mostra anche i celebri arazzi della Manifattura Mortlake degli Atti degli Apostoli, realizzati tra il 1631 e il 1640 a partire dai cartoni eseguiti da Raffaello per papa Leone X – probabilmente la serie di arazzi più spettacolare mai prodotta in Inghilterra – oltre a miniature, dipinti e disegni.
[Immagine in apertura: Tiziano Vecellio, La cena in Emmaus, c. 1530. Paris, Louvre Museum, Department of Paintings, inv. 746. Photo © RMN-Grand Palais (Musée du Louvre) / Stéphane Maréchalle]