Freedom Cove, quando l’arte è a fior d’acqua

18 Febbraio 2018


Come abbiamo avuto modo di sapere grazie a un dipinto di Édouard Manet, già l’impressionista Claude Monet era solito dipingere stando sulla sua barca – ironicamente ribattezzata “atelier galleggiante”, visto che tanta importanza aveva nella pratica della pittura en plein air.
Sul finire del Novecento, a quasi un secolo di distanza, Catherine King e Wayne Adams – una coppia di artisti – hanno compiuto in questa direzione un significativo passo avanti. Perché loro abitano proprio su una casa galleggiante che, anzi, nel corso degli anni è finita per diventare una sorta di villaggio. Iniziata nel 1992, l’abitazione si è pian piano allargata fino a diventare un piccolo paese totalmente autosufficiente; un’isola artificiale al largo di Vancouver Island, in Canada, battezzata Freedom Cove, ossia la Baia della Libertà.

In effetti, anche dal punto di vista della statica la residenza della coppia è “libera”: nulla è ancorato alla terraferma, tant’è che per raggiungere Freedom Cove ci si deve per forza imbarcarsi. Oltre all’abitazione principale, il “villaggio” è composto da diverse serre (da cui i coniugi traggono il loro sostentamento, affiancando alla coltivazione la pesca nel lago) e addirittura da una pista da ballo.
Se le sculture di Wayne e gli intagli di Catherine non hanno ancora raggiunto la fama mondiale, lo ha fatto però Freedom Cove. Una radicale scelta di vita che è diventata alla fine la loro più famosa opera d’arte.