Il MoMA indaga la fondamentale figura di Tarsila do Amaral, con la prima retrospettiva che gli Stati Uniti dedicano all'artista visiva scomparsa nel 1973.
Originaria di San Paolo, dove è nata nel 1886, Tarsila do Amaral – o Tarsila, come è affettuosamente conosciuta in Brasile – è al centro di una mostra in apertura il prossimo 11 febbraio a New York. Per la prima volta il MoMA – Museum of Modern Art si concentra su questa figura fondamentale per la storia del Modernismo in America Latina, ospitando una retrospettiva senza precedenti per gli Stati Uniti.
Ampia e accurata, la rassegna si snoda tra circa 120 opere: dipinti, disegni, quaderni di schizzi, fotografie e altri documenti storici, concessi per l’occasione da collezioni sudamericane, statunitensi ed europee, ricostruiscono la sua carriera, a partire dagli esordi parigini.
Con una formazione in patria in pianoforte, scultura e disegno, Tarsila lasciò il Brasile nel 1920: nella capitale francese frequentò l’Académie Julian, entrando in contatto con artisti come André Lhote, Albert Gleizes e Fernand Léger.
A questa fase, da lei stessa ribattezzata il “servizio militare nel cubismo”, seguì la formazione del suo stile pittorico, caratterizzato da linee sintetiche e volumi sensuali, utilizzati per raffigurare paesaggi e scene vernacolari, sempre accompagnati da una ricca tavolozza di colori.
Aperta fino al 3 giugno, Tarsila do Amaral: Inventing Modern Art in Brazil fa luce sul contributo dell’artista nella diffusione in Brasile del movimento modernista, ripercorrendo anche i suoi frequenti viaggi in Europa e i contatti con le comunità artistiche locali ed europee.
[Immagine in apertura: Tarsila do Amaral, Postcard (Cartão-postal), 1929. Private collection, Rio de Janeiro. © Tarsila do Amaral Licenciamentos]