Natura, fotografia e architettura secondo Sigrid Neubert

28 Febbraio 2018

Sigrid NeubertHans Maurer: Erdfunkstelle, Raisting 2, um 1971© Staatliche Museen zu Berlin, Kunst-bibliothek / Sigrid Neubert

Fino al 3 giugno prossimo, la mostra Sigrid Neubert – Photographs. Architecture and Nature rende omaggio alla complessa e multiforme opera della fotografa tedesca, classe 1927. Originaria di Tubinga, Sigrid Neubert si è formata presso il Bavarian State Institute for Photography di Monaco, tra il 1948 e il 1950, specializzandosi ulteriormente nella medesima scuola nel biennio 1953-1954. Lega il suo nome alle numerose collaborazioni attivate con generazioni di architetti e progettisti, che le hanno permesso di operare su scala globale contribuendo a rinnovare il modo di leggere e veicolare il progetto di architettura.

Soffermandosi sulla metodologia seguita in questa significativa parte della sua produzione, la stessa fotografica ha indicato: “La precondizione per una buona fotografia architettonica è una conversazione con l’architetto. Devo conoscere le sue idee, il design. Il suo entusiasmo per la sua arte deve essere trasmesso a me, voglio vedere con i suoi occhi“.
Un atteggiamento che, invece di limitarla, ha lasciato ampi margini alla sua personale interpretazione dello spazio costruito, indagato attraverso una prevalenza in immagini in bianco e nero. “Volevo un edificio in piedi lì, luminoso alla luce del sole, ravvivando il gioco di luci e ombre, in modo che lo spazio acquisisse profondità e trasparenza“, ha dichiarato ancora.

La mostra berlinese, ripercorrendo tutta la sua carriera, concede spazio anche agli altri temi con cui la fotografa si è misurata, tra cui l’indagine della natura colta nel suo dettaglio – è il caso delle sue “macrofotografie” di fiori – e dei contesti naturalisti complessi, come gli scenari paesaggisti della Sardegna.

[Immagine in apertura: Sigrid Neubert, Hans Maurer: Erdfunkstelle, Raisting 2, um 1971 © Staatliche Museen zu Berlin, Kunst-bibliothek / Sigrid Neubert]