Risale a poche ore fa la proclamazione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 da parte del Ministro Dario Franceschini. La città emiliana ha avuto la meglio sulle altre nove candidate.
In una sala gremita di giornalisti e addetti ai lavori presso il MiBACT di Roma, il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, ha annunciato il nome della Capitale Italiana della Cultura 2020. Ad avere la meglio sulle altre nove città candidate ‒ Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso ‒ è stata Parma, scelta all’unanimità dalla giuria.
L’annuncio è stato preceduto dall’intervento di Stefano Baia Curioni, presidente della commissione esaminatrice, che ha sottolineato i tratti comuni ai progetti messi a punto dalle città candidate: la “resilienza”, il senso di alleanza e comunità, la “creatività nella produzione culturale” e la “capacità di cambiare”, evidenziando lo spirito di un’iniziativa, istituita nel 2014, che vuole salvaguardare e promuovere il patrimonio culturale italiano.
Dopo Mantova, Pistoia e Palermo ‒ attuale Capitale Italiana della Cultura ‒ sarà dunque Parma a conservare il titolo per l’intera durata del 2020, grazie a un progetto che la giuria ha indicato come “esempio virtuoso di elevata qualità nella progettazione territoriale a base culturale”, premiando anche il risalto dato ai giovani, alle tradizioni artistiche e alle dinamiche di inclusione e sostenibilità.
La città di Parma ha interpretato il tema della candidatura ‒ La cultura batte il tempo ‒ mettendo in campo 32 progetti organizzati attorno a 7 distretti socio-culturali, dislocati in varie zone cittadine, e dando spazio alle sinergie tra pubblico e privato.