Dritte, curve, astratte: le linee hanno da sempre ossessionato o animato la ricerca fotografica, oltrepassando i limiti della rappresentazione del reale. Una mostra in apertura in Svizzera analizza da questo punto di vista autori del Novecento e del nuovo millennio. Al Musée de l'Elysée, fino al 6 maggio prossimo.
Che cosa succederebbe se la storia della fotografia venisse analizzata a partire dalla comune volontà degli artisti di soffermarsi sulla forza e sul potenziale della linea? Con The Beauty of Lines. Masterpieces from the Sondra Gilman and Celso Gonzalez-Falla collection il Musée de l’Elysée di Losanna, in Svizzera, offre un’esplorazione attraverso immagini in cui a primeggiare è proprio “il potere della linea”.
A partire da una selezione condotta tra le 1500 stampe originali di alcuni dei più grandi fotografi del XX e XXI secolo, comprese nella collezione newyorkese di Sondra Gilman e Celso Gonzalez-Falla, le curatrici Tatyana Franck e Pauline Martin dell’istituzione svizzera hanno dato vita a un itinerario espositivo nel quale i visitatori possono sperimentare eccezionali confronti visivi. A unire in questo percorso il lavoro di artisti come Bérénice Abbott, Eugène Atget, Robert Adams, Walker Evans, Vik Muniz, Man Ray e Lee Friedlander, tra i nomi scelti per l’occasione, sono le corrispondenze formali anziché connessioni di carattere storico o geografico.
The Beauty of Lines prende avvio con una riflessione di carattere generale: per il team curatoriale, infatti, nel corso della sua storia, i fotografi hanno sempre oscillato tra due estremi, contrapponendo l’illusione mimetica della realtà allo sforzo di valorizzazione delle qualità estetiche dell’immagine. Di conseguenza, il concetto di linea è stato declinato in una pluralità di significati, dalle “linee istantanee”, come le ribattezzò Henri Cartier-Bresson, alle linee razionali degli autori legati all’esperienza della New Topographics, fino alla straordinaria naturalezza delle linee curve del corpo umano.
La mostra è dunque strutturata secondo tre sezioni tematiche, relative ad altrettante modalità di intendere il concetto di linea all’interno di una composizione fotografica. Rette, curve e astratte sono le tre “qualità” individuate per esaminare opere di artisti diversi per formazione e stile.
In Straight lines. From the controlled to the spontaneous line ad essere sottolineata è l’importanza delle linee di forza dell’immagine, spesso associate a una parallela gamma di sentimenti, come dimostrano i lavori di Stéphane Couturier, Hiroshi Sugimoto, Lewis Baltz e Robert Adams.
Edward Weston, Bill Brandt, André Kertész, Robert Mapplethorpe, Léon Levinstein e Berenice Abbott si susseguono nella sezione Curved lines. The essence of bodies and of the line, che presenta fotografie di corpi maschili e femminili colti nella loro interezza o in specifici dettagli.
La conclusione del percorso è affidata ad Abstractions. The line in its purest form e alle fotografie di Aaron Siskind, Minor White, Ray K. Metzker e Harry Callahan, nelle quali il riferimento al mondo reale scompare, lasciando il posto alle linee di astrazione dell’immagine.
[Immagine in apertura: Man’s Back, Horse’s Back, Camargue, France, 1994 © Laurent Elie Badessi]