Il giovane imprenditore farmaceutico Martin Shkreli aveva comprato a un’asta l’unica copia di un album – mai pubblicato, naturalmente - della band hip-hop americana Wu-Tang Clan. Ora quel disco gli è stato sequestrato, a risarcimento dei suoi affari illeciti.
Per uscire dagli schemi della musica condivisa tramite le piattaforme virtuali e realizzare un’opera d’arte unica nel suo genere, lo storico collettivo hip-hop americano Wu-Tang Clan pubblicava nel 2014 una sola copia dell’album Once Upon a Time in Shaolin, con la clausola che venisse venduta a un solo acquirente e che questi potesse disporne a piacimento, anche pubblicando il disco gratuitamente.
Peccato che a comprare quell’album a un’asta per due milioni di dollari – la più alta cifra mai spesa per un disco musicale – sia stato il controverso uomo d’affari Martin Shkreli, CEO di una casa farmaceutica e accusato dai media americani di aver aumentato a dismisura il prezzo di un medicinale davvero importante, perché largamente utilizzato da malati di cancro e AIDS, speculando sulle vite dei malati.
Dopo la vendita, RZA – uno dei membri dei Wu-Tang Clan – aveva affermato che il gruppo aveva donato una “parte significativa” del ricavato a enti di beneficenza, ignorando all’epoca le pratiche commerciali poco pulite dell’acquirente del disco.
Ora, in seguito a una condanna per frode, un giudice ha fatto sequestrare una serie di beni appartenenti a Shkreli, tra cui proprio l’album rap che, con ogni probabilità, sarà rimesso nuovamente all’asta. Sperando che stavolta finisca in mani migliori del suo primo proprietario.