Le popolazioni indigene del continente americano si limitarono alla creazione di manufatti artistici elementari? La nuova mostra del Met di New York contribuisce a riscrivere una pagina di storia, svelando un patrimonio di preziose creazioni, miracolosamente sopravvissute alla conquista spagnola.
Con la mostra Golden Kingdoms: Luxury and Legacy in the Ancient Americas, il Metropolitan Museum of Art di New York getta una nuova luce sulle civiltà che abitarono il continente americano prima dell’arrivo degli europei.
Riunendo opere provenienti da oltre 50 collezioni, pubbliche e private, con sede in 12 diversi Paesi, l’istituzione statunitense propone infatti un inedito viaggio alla scoperta del reale livello artistico raggiunto dalle popolazioni indigene. Visitabile fino al 28 maggio e frutto di un’attività di ricerca quinquennale, alla quale hanno preso parte studiosi dell’America Latina e degli Stati Uniti, la mostra intende sottolineare la maestria raggiunta nella lavorazione di un’ampia gamma di materiali, anche complessi, oltre al rilievo de gusto estetico.
Provenienti anche da recenti scavi archeologici, oltre 300 oggetti – corone, pettorali, ciondoli, collane, ornamenti dell’orecchio e del naso, maschere, mantelli, calici, vasi, stele, campane, libri dipinti e altro ancora – definiscono il percorso espositivo, riuscendo a scardinare uno dei più longevi “pregiudizi” associati alle popolazioni indigene. Come sottolineato anche dal team curatoriale, la convinzione che la produzione artistica di queste popolazioni si basasse esclusivamente su opere in ceramica e oggetti in pietra dovrebbe cedere il passo a una visione più ampia e articolata.
Gli “oggetti squisitamente lavorati di materiali rari e fragili” dell’epoca vennero in larga parte distrutti nel corso della conquista spagnola, così come innumerevoli opere d’oro e d’argento furono fuse al solo scopo di recuperare la materia prima. Anche per questo, le opere in mostra “non sono solo spettacolari, ma anche oggetti rari e di enorme importanza sfuggiti alla distruzione“, ha sottolineato Joanne Pillsbury, in qualità di Met’s Andrall E. Pearson Curator of the Arts of the Ancient Americas.