La sede milanese si prepara a ospitare la nuova performance del progetto “Furla Series #01 ‒ Time after Time, Space after Space”. Stavolta sarà protagonista Paulina Olowska, che porterà al Museo del Novecento miti e antiche storie dimenticate.
Si intitola Slavic Goddesses and the Ushers la performance che, martedì 6 marzo, animerà il Museo del Novecento di Milano, nell’ambito degli appuntamenti di Furla Series #01 ‒ Time after Time, Space after Space, frutto della collaborazione tra la sede museale meneghina e la Fondazione Furla.
Questa volta i riflettori si accenderanno su Paulina Olowska, impegnata da sempre in una riflessione attorno alle utopie moderniste e alla cultura popolare americana ed est-europea. Recuperando storie minori e spesso dimenticate, l’artista riflette sui concetti di femminismo e consumismo attraverso un approccio lucido e mai nostalgico.
Ispirato al lavoro dell’artista polacca Zofia Stryjeńska, Slavic Goddesses and the Ushers si concentra proprio sui personaggi femminili appartenenti all’ambito rituale e al folklore. Le dee slave sono alla base della performance che vedrà protagoniste anche quattro figure-guida (Ushers), impersonate da Dobrawa Borkala, Milovan Farronato, il compositore Sergei Tcherepnin e la stessa Paulina Olowska, che si muoveranno nella Sala Fontana del Museo del Novecento.