Tutta l’eleganza delle sculture in ceramica firmate Lenci, a Faenza

2 Marzo 2018

Sandro Vacchetti, Giovinezza, modello 442, manifattura Lenci

Sono ben 150, le opere concesse dalla Collezione Giuseppe e Gabriella Ferrero per la mostra ospitata, dal 4 marzo prossimo, al MIC di Faenza.
Curata da Valerio Terraroli e Claudia Casali, con Stefania Cretella e Maria Grazia Gargiulo, la rassegna fa luce sulla vicenda storica della gloriosa Manifattura Lenci di Torino, ripercorrendone la storia a partire da una selezione di sculture d’arredo in ceramica.

Fondata nel capoluogo piemontese su impulso di Enrico Scavini e della moglie Elena König Scavini, nel 1919, l’azienda intraprese la propria attività imprenditoriale dedicandosi alla realizzazione di bambole, “giocattoli in genere, mobili, arredi e corredi per bambino” e del pannolenci.
Solo nel 1927 si scelse di estendere la produzione, con il lancio di una linea di piccole figure e ceramiche smaltate, confluite l’anno successivo in un ricchissimo catalogo di sculture d’arredo, oggetti, vasi, scatole e soprammobili, particolarmente richiesta nella piccola e media borghesia italiana.

Di notevole successo furono le collezioni di ceramiche raffiguranti scene di costume e accattivanti figure femminili – tra cui la serie delle Signorine, firmata dalla stessa proprietaria, Elena König Scavini – accompagnate da un repertorio “più rassicurante”, che includeva anche soggetti religiosi.
Anche importanti artisti torinesi contribuirono all’affermazione delle manifatture Lenci: è il caso delle collaborazioni attivate con Sandro Vacchetti, Gigi Chessa, Mario Sturani, Abele Jacopi, Ines e Giovanni Grande e Felice Tosalli.

Affiancata da un catalogo in italiano e in inglese, curato da Silvana editoriale, la mostra Lenci, collezione Giuseppe e Gabriella Ferrero resterà aperta fino al 3 giugno.

[Immagine in apertura: Sandro Vacchetti, Giovinezza, modello 442, manifattura Lenci]