Nuova tappa della saga dedicata ai luoghi che custodiscono le spoglie dei protagonisti della creatività recente. Stavolta il sipario si alza su due artisti accomunati da un’incredibile determinazione.
Seppur calati in epoche differenti, i due nuovi protagonisti della serie Gli Immortali ‒ Artisti per sempre, in onda su Sky Arte HD e condotta da Giorgio Porrà, sono caratterizzati da un tratto comune: la capacità di lottare per i propri desideri e per le proprie scelte. Stiamo parlando di Rudolf Nureyev, ballerino fra i più talentuosi di sempre, e Oscar Wilde, scrittore senza tempo.
Anche questa volta il racconto prenderà forma nei cimiteri che ne custodiscono le spoglie. Dopo aver fatto tappa a Parigi, Genova, in Sardegna, a Torino, a San Felice Circeo, al cimitero Monumentale di Milano e a Mantova, l’inusuale itinerario torna nuovamente in Francia, terra in cui sono sepolti Nureyev e Wilde.
Il cimitero russo di Sainte-Geneviève-des-Bois, nell’omonimo paese d’oltralpe, custodisce le spoglie del ballerino il quale, piantonato all’aeroporto di Parigi da due agenti del KGB che lo volevano riportare in Unione Sovietica, impose la sua volontà di restare, trasformando così il proprio sogno in realtà.
Situato nell’Esonne, nella regione dell’Île-de-France, il cimitero ortodosso di Nostra Signora dell’Assunzione accoglie i resti dei russi che si rifugiarono a Parigi a cavallo del 1920, in concomitanza con la Rivoluzione d’Ottobre. Oltre alla tomba di Nureyev (di cui vediamo un particolare nell’immagine in apertura, fonte Wikipedia), il cimitero francese custodisce la memoria di Andrej Arsen’evič Tarkovskij e dell’attrice Odile Versois.
Le spoglie di Oscar Wilde, invece, sono conservate nel celebre museo parigino di Père-Lachaise, il luogo di sepoltura più visitato al mondo, che abbiamo già avuto modo di “visitare” in omaggio alla memoria di Jim Morrison. Esteso su 43 ettari, fu inaugurato all’inizio dell’Ottocento e oggi è meta di veri e propri pellegrinaggi alle tombe di artisti del calibro di Eugène Delacroix, Amedeo Modigliani, Jeanne Hébuterne, Max Ernst e Claude Chabrol.