Doppio appuntamento espositivo al CIAC - Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno, che fino al 30 settembre prossimo ospiterà i percorsi creativi di due personalità di rilievo della scena artistica e creativa contemporanea: Ugo La Pietra e Giuseppe Stampone.
Arte contemporanea ancora una volta protagonista della programmazione culturale del CIAC – Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno, in provincia di Perugia. Il team curatoriale composto da Italo Tomassoni, Giacinto Di Pietrantonio e Giancarlo Partenzi ha infatti dato vita a due appuntamenti espositivi, inaugurati da pochi giorni.
In Perché il cielo è di tutti e la terra no? vengono proposti una serie di lavori recenti di Giuseppe Stampone. Autodefinitosi “una fotocopiatrice intelligente”, fino al 30 settembre nella sede espositiva umbra presenta lavori (come quelli proposti nell’immagine in apertura) legati ad alcuni dei suoi temi-chiave, restituiti con una pluralità di medium. Dalla dilatazione e riappropriazione del proprio tempo intimo, delle quali offre una lettura tramite disegni stratificati eseguiti con la penna BIC in nero, rosso e blu, alla volontà di ribellione alla dittatura dello spazio-tempo contemporaneo, analizzata attraverso immagini iconiche prese dal web e rielaborate in pezzi unici.
Tra le opere esposte a Foligno si segnalano inoltre quella in cui Stampone riattilizza il polittico detto di Donna Brigida del 1492 realizzato da Nicolò Alunno – conservato nella chiesa di San Nicolò a Foligno – e il video di Saluti da L’Aquila, tributo alla tragedia del terremoto abruzzese e alle sue 308 vittime innocenti.
In contemporanea è inoltre visitabile Istruzioni per abitare la città. Opere e ricerche nell’ambiente urbano dal 1969 al 2017, nella quale la poliedrica figura di Ugo La Pietra viene indagata attraverso un centinaio di opere bidimensionali, video, oggetti, due progetti di interventi urbani e un’installazione.
Cuore del percorso espositivo è proprio Casa Aperta, una struttura in scala reale con una serie di arredi realizzati attraverso la pratica che l’autore definisce “riconversione progettuale” e che prevede appunto l’adattamento di elementi di arredo urbano alla scala domestica.
Nel ribadire la centralità del concetto di “luogo” nella sua visione, La Pietra ha affermato: “Partendo dalle persone ho sempre guardato la città e gli individui con gli occhi di un antropologo, traendone suggestioni da decodificare criticamente. Ho avuto il ruolo che, sin dai tempi antichi, era affidato agli intellettuali e proprio come loro non ho privilegiato uno strumento un linguaggio specifico“.