I ricercatori di Forensic Architecture, progetto con sede al Goldsmiths College dell’Università di Londra, si contendono con altri tre finalisti il prestigioso premio annuale come annunciato dalla Tate Britain.
Forensic Architecture e gli artisti Naeem Mohaiemen, Charlotte Prodger e Luke Willis Thompson sono stati selezionati per il Turner Prize 2018, l’edizione annuale del prestigioso premio britannico di arte contemporanea assegnato dal 1984.
Con vincitori eccellenti nel corso della sua storia – tra cui Damien Hirst, Chris Ofili, Rachel Whiteread, Gillian Wearing, Steve McQueen e Grayson Perry – il Turner riconosce un compenso economico al primo classificato.
Nella rosa dei candidati emerge il nome del gruppo di ricerca Forensic Architecture. Formato da artisti, architetti, avvocati, attivisti e teorici, è attivo nell’elaborazione di analisi metodologiche che si pongono come forme di intervento politico nel campo dei diritti umani. Fondato dall’architetto e docente di Spatial and Visual Cultures al Goldsmiths College, University of London, l’israeliano Eyal Weizman, il collettivo tra le altre azioni sta attualmente testando l’uso di software di rendering architettonico per svelare violazioni dei diritti umani.
Anche gli altri tre artisti in lizza si misurano, attraverso le loro ricerche e opere, con problemi di ordine sociale, razziale e politico della nostra epoca.
I risultati saranno resi noti nel mese di dicembre; dal 25 settembre prossimo, la Tate Britain ospiterà una mostra che raccoglie i lavori dei quattro finalisti.
[Immagine in apertura: Forensic Architecture, Counter Investigations, installation view presso ICA, photo by Mark Blower]