Offrendo una testimonianza delle variazioni nell’interpretazione del paesaggio, la nuova mostra di Palazzo Viani Dugnani, a Verbania, analizza le diverse declinazioni di questo genere avvenute in Italia, a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Riaperto nel 2016, il Museo del Paesaggio di Verbania, sede dell’esposizione permanente dedicata a Paolo Troubetzkoy, ospita fino al 30 settembre una nuova mostra d’arte. Con Armonie verdi. Paesaggi dalla Scapigliatura al Novecento, curata da Elena Pontiggia e Lucia Molino, il museo riunisce una cinquantina di opere provenienti dalle Raccolte d’arte della Fondazione Cariplo, del Museo del Paesaggio di Verbania e da collezioni private.
Proposti secondo tre macro-sezioni – Scapigliatura, divisionismo, naturalismo; Artisti del Novecento Italiano; Oltre il Novecento – questi lavori sono stati realizzati, tra gli altri artisti, da Ottone Rosai, Filippo De Pisis, Arturo Tosi, Daniele Ranzoni e Francesco Gnecchi.
In questo viaggio tra fine Ottocento e prima metà del Novecento, a partire dalla pittura, il tema indagato è il rapporto senza tempo tra uomo e Natura. Le variazioni nell’interpretazione del paesaggio, soggetto comune nelle opere selezionate, consentono di cogliere i passaggi salienti nell’arte a cavallo tra i due secoli: da una iniziale visione di origine romantica verso una lettura volumetrica, tipica degli anni Venti, si giunge al nuovo senso di precarietà espresso a partire dal decennio successivo.
[Immagine in apertura: Pietro Fragiacomo, Armonie Verdi, 1920, Fondazione Cariplo]