I capolavori perduti ospiti del National Geographic Festival delle Scienze

18 Aprile 2018


Fino a domenica 22 aprile, l’affascinante location dell’Auditorium Parco della Musica di Roma – complesso multifunzionale iconico, progettato da Renzo Piano – ospiterà il National Geographic Festival delle Scienze, giunto in questo 2018 alla sua 13esima edizione.
All’appuntamento non poteva mancare anche Sky Arte HD, la cui serie Il mistero dei capolavori perduti si avvale in effetti di elevate competenze tecniche e scientifiche per ridare vita ad alcune delle più importanti opere d’arte, che sono andate purtroppo irrimediabilmente distrutte nel corso del Novecento.

Nello specifico, il direttore di Sky Arte HD, Roberto Pisoni, e il direttore di Factum Arte, Adam Lowe, dialogheranno sul tema de La tecnologia al servizio dell’arte perduta il prossimo sabato 21 aprile, a partire dalle 11, presso il Teatro Studio Borgna.
Per il pubblico si presenta così l’occasione di scoprire il “backstage” di una serie di documentari – e di altrettante operazioni culturali – che stanno già riscuotendo un notevole successo. Se alla domanda “è possibile rendere eterna un’opera d’arte, pur perdendone l’originale?“, Sky Arte HD e Factum Arte hanno già risposto affermativamente, insomma, è ancora più interessante scoprire il “come” questa straordinaria ambizione sia stata concretizzata.
A corollario del panel di sabato – il cui biglietto d’ingresso, del costo di 3 euro, può essere acquistato online o direttamente alle casse – va segnalata la presenza, all’interno dell’Auditorium, di ben tre “rimaterializzazioni” di capolavori perduti, dipinti in origine da Graham Sutherland, Tamara de Lempicka, Jan Vermeer.

Di più, i partecipanti potranno assistere alla proiezione in anteprima di una nuova puntata della serie di Sky Arte HD, intitolata Van Gogh sotto le bombe.
L’episodio racconta la tragica storia – e la conseguente “ri-creazione” a opera di Factum Arte – di una delle celebri nature morte con girasoli, una serie di quattro dipinti realizzati dall’artista olandese nell’agosto del 1888. La seconda di queste tele, Vaso con cinque girasoli, finì per essere acquistato nel Novecento da Koyata Yamamoto, uomo d’affari che portò quindi il capolavoro nella sua terra, il Giappone. Purtroppo, durante la seconda guerra mondiale, proprio la cittadina dove risiedeva Yamamoto – Ashiya, nei pressi di Osaka – fu obiettivo di una serie di incursioni aeree da parte dell’aviazione statunitense: anche la casa dell’imprenditore, e la natura morta di Van Gogh, furono registrate tra le vittime dei bombardamenti.
Dal caratteristico sfondo blu notte, i Girasoli giapponesi lasciano un vuoto nella serie di Van  Gogh ma, grazie al lavoro degli esperti di Factum Arte, questo capolavoro è tornato ora in vita.