Lo spettacolo “La più lunga ora”, scritto e diretto dall’attore Vinicio Marchioni, celebrerà al Teatro Franco Parenti di Milano il cantore tragico del secolo scorso, insieme alla poetessa Sibilla Aleramo.
Canti Orfici, la sua unica composizione poetica, ha illuminato la letteratura europea del Novecento tanto che Carmelo Bene lo definiva il suo poeta preferito. Stiamo parlando di Dino Campana: un poeta, un pazzo, un viaggiatore, un manesco, un intellettuale, un uomo che ha fatto mille mestieri e che lo spettacolo La più lunga ora, scritto e diretto dall’attore Vinicio Marchioni (nell’immagine in apertura), celebrerà al Teatro Franco Parenti di Milano il prossimo 8 aprile.
Cosa fa un poeta, un viaggiatore, un malato di schizofrenia o più semplicemente un uomo che ha vissuto e scritto come Dino Campana, in un manicomio per 14 anni? Dal momento che “Essere è essere percepiti”, come scriveva Beckett, si vive attraverso lo sguardo degli altri; quando gli altri non ci guardano più, si ha solo la possibilità di raccontare la propria storia a se stessi per assicurarsi, o illudersi, che quella storia sia esistita realmente.
Dino Campana, uomo prima che poeta, chiuso nella sua camera di manicomio nella sua più lunga ora di vita, forse l’ultima (il primo titolo scelto da Campana per i Canti Orfici era Il più lungo giorno), rimane, insieme alla voce di Sibilla Aleramo, il cantore tragico del secolo scorso, convinto che solo la poesia salverà il mondo.