Il cinema ha svolto un ruolo di primo piano nella divulgazione dell'architettura moderna negli anni compresi tra i due conflitti mondiali. Una mostra in apertura a Londra ricostruisce il rapporto sinergico tra le due arti, tema ancora poco esplorato dalla storia cinematografica italiana.
Con la mostra Rationalism on Set: Glamour and Modernity in 1930s Italian Cinema l’Estorick Collection of Modern Italian Art, a Londra, getta una nuova luce sulla storia cinematografica italiana, prendendo in esame le relazioni tra architettura e film nel periodo compreso tra le due guerre mondiali.
Fino al 24 giugno l’istituzione anglosassone, attiva dal 1998, indaga infatti il contributo svolto dal medium cinematografico nella conoscenza e divulgazione dell’architettura moderna e razionalista.
Attraverso una selezione di fotografie d’epoca, affiancata da filmati, schizzi ed estratti di giornali provenienti dalla Cineteca Nazionale, dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dalla Cineteca di Bologna, dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e dalle collezioni del RIBA, la rassegna monografica delinea un’occasione per addentrarsi, in particolare, tra le pieghe del mestiere di scenografo.
Nella progettazione dei set cinematografici degli anni Trenta, infatti, vennero attivamente impiegati architetti e creativi che contribuirono a rafforzare l’estetica di impronta modernista. Tra i progettisti coinvolti in questi processi si segnala Giuseppe Capponi, dedito alla scenografia cinematografica in quel periodo; anche le riviste di settore, come Casabella e Domus, offrirono una visibilità a queste “ambientazioni cinematografiche”, avvicinando il pubblico dei lettori a motivi, forme, materiali tipici del design moderno.
Le fotografie presentate lungo il percorso espositivo sono state realizzate proprio sui set, ma le loro impeccabili composizioni evocano gli interni degli edifici esistenti che, in quello stesso arco temporale, venivano pubblicati proprio dalle riviste di architettura contemporanea. Rationalism on Set: Glamour and Modernity in 1930s Italian Cinema prova dunque a “sanare” un vuoto storico, poiché per lungo tempo il contributo offerto dall’Italia all’architettura e al cinema negli anni Trenta era rimasto privo di occasioni di analisi.