Con la mostra "The Human Landscape", ospitata fino al prossimo 15 luglio dal Centro Internazionale di Fotografia di Palermo, diretto da Letizia Battaglia, l'artista Catherine Opie riesce a riflettere sulle regole sociali che condizionano i nostri rapporti e le nostre stesse vite, concentrando però lo sguardo sull'individuo che le fa sue e allo stato delle cose reagisce. Suggerendo biografie e realtà alternative, in un'indagine a metà tra arte concettuale e documentario.
Al debutto anche in ambito cinematografico – il suo primo film, The Modernist, rientra nel cartellone del Sicilia Queer filmfest, in corso fino al prossimo 6 giugno – Catherine Opie si presenta al pubblico di Palermo – e del Centro Internazionale di Fotografia in particolare – attraverso una mostra personale, inaugurata quest’oggi – giovedì 31 maggio – presso i Cantieri Culturali alla Zisa.
Indefessa osservatrice dei più disparati fenomeni sociali negli Stati Uniti, Catherine Opie ricorre alla fotografia – e parzialmente anche al video – per indagare il complesso, sottile universo delle relazioni umane, ma soprattutto il grado di adattamento che uomini e donne dimostrano rispetto al contesto in cui vivono.
I lavori della serie Portraits riescono quindi a coniugare un approccio intimo e privato al singolo individuo, pur analizzando di fatto questioni sociali come il rapporto con intrattenuto con le regole della collettività. Pur costruendo composizioni formali articolate o serie di opere – come appunto nel caso degli scatti in mostra a Palermo – Catherine Opie suggerisce con ciascun ritratto una biografia a sé, la cui somma restituisce la “stratigrafia” della nostra società.31
In questo modo, invece di guardare agli altri attraverso il filtro dei nostri pre-concetti sociali, l’artista trasmette la sua opposizione allo stato di fatto per concentrarsi piuttosto sul “modo in cui le cose dovrebbero essere viste”.