Imprenditore e collezionista Giacinto Ubaldo Lanfranchi raccolse anche centinaia di esemplari di netsuke, piccole sculture provenienti dal Giappone di epoca Edo, e preziosi manufatti provenienti dall'Estremo Oriente. Una mostra in apertura nella villa a lui intitolata, nel bresciano, presenta cento selezionati pezzi del suo patrimonio.
Con Netsuke. 100 capolavori dalla collezione Lanfranchi la Villa Lanfranchi a Palazzolo sull’Oglio, in provincia di Brescia, svela un patrimonio di 100 eccezionali manufatti provenienti dall’Estremo Oriente.
Aperta fino al 30 giugno prossimo, la mostra riunisce infatti alcuni dei più importanti e rappresentativi pezzi appartenenti alla collezione di Giacinto Ubaldo Lanfranchi, confluita nel patrimonio del Museo Poldi Pezzoli a Milano, e complessivamente composta da oltre 400 oggetti.
La selezione di etsuke, okimono, ojime e inro in mostra, oltre a offrire una testimonianza del gusto per la ricerca che animò l’industriale palazzolese scomparso nel 1971, apre di fatto un varco in una cultura millenaria e appassionante, come quella giapponese.
A dare il titolo alla mostra, in particolare, sono delle piccole sculture provenienti dal Giappone – i netsuke, appunto – realizzate generalmente in legno o in avorio e risalenti all’epoca Edo. Peculiare la loro funzione: erano infatti considerati un accessorio indispensabile nell’abbigliamento maschile giapponese, poiché fornivano una sorta di aggancio per tenere ancorati contenitori e oggetti ai tradizionali kimono, in larga parte privi di tasche.
Appartenente alla famiglia di imprenditori che fondò un bottonificio, successivamente riconvertito nella produzione di cerniere lampo, Giacinto Ubaldo Lanfranchi raccolse negli anni preziosi esemplari di netsuke, oltre a dipinti, volumi antichi – ora alla Biblioteca Civica di Palazzolo sull’Oglio – e manufatti di varie arti decorative; in seguito al lascito della moglie Maria Taglietti, nel 2005, la sua collezione orientale è ora ospite della casa-museo milanese.
Anche per questa ragione, Netsuke. 100 capolavori dalla collezione Lanfranchi costituisce “una occasione unica che offre per la prima volta insieme, all’interno della Villa Lanfranchi, i netsuke e i volumi del fondo antico, nell’intento di far conoscere ai nostri concittadini e a un più ampio pubblico le ricchezze culturali collegate alla nostra città“, come ha sottolineato il Vice Sindaco e Assessore alla Cultura, Gianmarco Cossandi.
[Immagine in apertura: un netsuke in avorio raffigurante una tigre su bambù, fine XVIII-inizio XIX secolo, Giappone, Kyoto]