Dopo Bill Viola, la Cripta di San Sepolcro torna ad aprirsi alla grande arte internazionale con un intervento che celebra il genio senza tempo di Michelangelo Buonarroti e lo sguardo unico del regista Michelangelo Antonioni.
Da Roma a Milano, nel segno del talento immortale di Michelangelo Buonarroti. Fino al 15 settembre, la Cripta di San Sepolcro – uno dei luoghi più suggestivi del capoluogo lombardo – accoglierà una poetica installazione che rende omaggio al grande artista italiano attraverso lo sguardo del regista Michelangelo Antonioni, scomparso 11 anni fa.
Già sede di un progetto espositivo, dal carattere fortemente spirituale, incentrato sulla videoarte di Bill Viola, la Cripta ospiterà ora la proiezione de Lo sguardo di Michelangelo, il cortometraggio di 15 minuti, prodotto da Istituto Luce e Lottomatica, che il celebre cineasta ferrare realizzò nel 2004.
Considerata una sorta di “testamento spirituale”, quest’opera ripercorre l’esperienza di incontro tra Antonioni e uno dei capolavori assoluto di Buonarroti: il Mosè conservato nella basilica di San Pietro in Vincoli, nella Capitale, realizzato tra il 1513 e il 1515 circa.
Curato da Giuseppe Frangi, sostenuto e patrocinato da una serie di partner, tra cui l’Associazione Michelangelo Antonioni, questo progetto culturale costituisce un invito all’osservazione – e alla meditazione – di una scultura marmorea di potenza e fascino irresistibili. Antonioni, con il proprio sguardo filtrato dalla macchina da presa, si rivela capace di entrare “in completa simbiosi” con essa, conducendo sulla medesima strada anche gli spettatori.
Nella dimensione raccolta, silenziosa e poco illuminata della chiesa capitolina, il regista riesce dunque a cogliere – e a restituire – dettagli e particolari straordinari. Un’esperienza che si conclude, con un’accezione anche metaforica, con l’uscita dall’edificio di culto, accompagnata dal misterioso coro di Pierluigi da Palestrina.
Nonostante la distanza fisica, all’interno della Cripta milanese i visitatori potranno sentirsi a contatto con l’opera millenaria e, nel totale silenzio, avranno l’opportunità anche di avviare una riflessione sul tema della “caducità umana e l’eternità dell’arte“.
Nel percorso di visita di Michelangelo Antonioni | Lo sguardo di Michelangelo, inoltre, sono inclusi alcuni ritratti fotografici del Mosè realizzati da Aurelio Amendola, il fotografo toscano il cui nome è profondamente legato alla realizzazione di opere che documentano e analizzano l’arte scultorea. Oltre a Michelangelo Buonarroti, Amendola ha infatti lavorato su opere di Jacopo della Quercia, Donatello, Giovanni Pisano e molti altri artisti, anche del Novecento.