Movimento tra i più noti della recente storia creativa italiana, l’Arte Povera sbarca all’Ermitage di San Pietroburgo, protagonista di una mostra di rilievo internazionale.
Si intitola Arte Povera. A Creative Revolution l’esposizione che, dal 17 maggio al 16 agosto, animerà il secondo piano del Palazzo d’Inverno, nel celeberrimo complesso museale dell’Ermitage di San Pietroburgo. Come sottolinea il titolo, la mostra punta i riflettori su uno dei movimenti più iconici fra quelli che hanno caratterizzato lo scenario artistico italiano dell’epoca recente, omaggiandone i protagonisti.
Nata fra gli ultimi anni Sessanta e i primi Settanta, l’Arte Povera trovò in Germano Celant il suo teorico di punta, affermandosi ben presto come un movimento oppositivo rispetto alle dinamiche del consumismo e della corsa all’evoluzione tecnologica, grazie all’impiego di materiali “poveri” e tecniche artistiche lontane dalla pratica tradizionale.
Stracci, fogli di giornale ed elementi organici costituiscono un ventaglio di materie prime usate dagli artisti legati al movimento poverista, nell’ottica di dare vita a un’estetica altra rispetto a quella dominante. Installazione, fotografia e performance sono alcuni dei linguaggi attraverso cui fu declinata l’Arte Povera, un movimento fortemente ancorato al presente e al gesto dei suoi autori.
La mostra allestita a San Pietroburgo riunirà, fra le altre, le opere di Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Jannis Kounellis, Giuseppe Penone e Michelangelo Pistoletto, poste in dialogo con gli sfarzosi ambienti del museo, così da accentuarne la presenza in termini materici e di contenuto visivo.