A settant’anni di distanza dall’esposizione della raccolta di Peggy Guggenheim alla Biennale di Venezia, la Collezione a lei intitolata ospita una mostra incentrata sugli allestimenti e sulle opere che animavano il padiglione.
Correva l’anno 1948 quando Peggy Guggenheim, destinata a diventare una delle mecenati più famose al mondo, esponeva la propria collezione alla 24esima Biennale di Venezia, ospite del padiglione greco.
Oggi, in concomitanza con l’importante anniversario, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia rende omaggio a quell’evento con una mostra allestita, dal 25 maggio al 25 novembre, nelle project rooms della sede lagunare.
1948: la Biennale di Peggy Guggenheim fa rivivere nel presente una svolta epocale impressa dalla mecenate alla storia artistica del proprio tempo, ricostruendo gli spazi e gli allestimenti del padiglione messi a punto da Carlo Scarpa ‒ che collaborò con la Biennale dal 1948 al 1972 ‒ grazie a una maquette inedita.
Documenti, lettere e fotografie contribuiscono a restituire le atmosfere della rassegna, insieme ad alcune delle opere esposte in quella circostanza e poi entrate a fare parte della Collezione; altre ancora sono state donate, come Composizione n. 113 di Friedrich Vordemberge-Gildewart e Composizione di Jean Hélion, attualmente nella collezione del Museo d’arte di Tel Aviv.
Vero e proprio punto di svolta nella carriera di Peggy Guggenheim e nella storia della Biennale di Venezia, quella mostra rappresentò anche un modello per il gusto europeo, che si confrontò con le tendenze d’oltreoceano entrando in contatto con i suoi protagonisti e aggiornando i propri dettami.