Una mostra affascinante mette in luce il legame fra l’arte di Pablo Picasso e quella generata dal contesto africano, oceanico e americano. Lungo un viaggio che dall’Ottocento raggiunge l’epoca attuale.
È un’esposizione complessa e suggestiva, From Africa to the Americas: Face-to-Face Picasso, Past and Present, allestita fino al 16 settembre fra le sale del Montreal Museum of Fine Arts, in Canada. Cuore pulsante della rassegna è l’indagine attorno alle trasformazioni che hanno interessato il nostro modo di guardare all’arte dell’Africa, delle Americhe e dell’Oceania dall’Ottocento a oggi.
A guidare questa impresa è la poetica di Pablo Picasso, le cui opere intessono un dialogo visivo con i manufatti di derivazione non occidentale. Ne consegue una riflessione non solo artistica, ma anche antropologica e sociale, nel solco di vicende storiche basate sui concetti di colonialismo e decolonizzazione.
Caratterizzata da un afflato interculturale, la mostra canadese pone in evidenza i processi di appropriazione e riappropriazione che si sono susseguiti nel corso dei decenni, lungo una linea tesa fra l’estetica occidentale e quella “primitiva”, sollevando una serie di importanti interrogativi circa le modalità con cui gli artisti contemporanei si sono rapportati a questo genere di tradizioni.
Oltre a un centinaio di opere di Picasso, la mostra riunisce lavori di Edson Chagas, Samuel Fosso, Theo Eshetu, Romuald Hazoumè, Masimba Hwati, Zanele Muholi e Zina Saro-Wiwa, ampliando il dialogo tra passato e presente e analizzando gli esiti dell’estetica post-coloniale.
[Immagine in apertura: Zina Saro-Wiwa, The Invisible Man: The Weight of Absence, 2015. Courtesy of the artist and Tiwani Contemporary, London]