Tra pittura e architettura: i paesaggi creativi di Carl Laubin

19 Maggio 2018


Dall’architettura alla pittura il passo è stato breve per il progettista Carl Laubin, che ha da tempo abbandonato rilievi, disegni esecutivi e rappresentazioni tridimensionali per dedicarsi a tempo pieno a tela e pennelli.
Naturalmente, a suo modo: senza dimenticare la sua formazione architettonica, Laubin si sta cimentando nella realizzazione di opere bidimensionali tanto complesse quanto affascinanti. Per ciascuno dei suoi “capricci architettonici” l’artista impiega un tempo variabile da un anno e mezzo a tre anni; a fare la differenza sono il grado di dettaglio assegnato ai soggetti scelti, prima disegnati e poi dipinti.

Pur nell’eterogeneità degli esiti, l’aspetto ricorrente nei lavori di Laubin è la peculiare – e sorprendente – combinazione tra paesaggi bucolici o fantastici, ritratti e l’assemblaggio di strutture architettoniche, riconoscibili, anonime o riferibili a un preciso stile o periodo storico.
Appassionato di pittura da sempre, Laubin stesso colloca questa sua collezione di opere nella vasta categoria dei capricci architettonici, individuando in carismatiche figure del passato i suoi autori di riferimento e ispirazione. Tra loro, non potevano mancare Canaletto e  Piranesi: quest’ultimo, in particolare, “era e rimane un esempio di come sentirsi liberato dai vincoli della realtà nel creare, in un disegno o in un dipinto, un mondo immaginato. Un modo per liberarsi persino dai vincoli del disegno stesso“, ha affermato Laubin.