Inaugurato lo scorso 19 maggio all'interno dell'Orto Botanico di Palermo, il progetto Radiceterna anticipa l'apertura della biennale d'arte contemporanea Manifesta 12, che animerà il programma artistico e culturale della città siciliana per tutta l'estate.
Tra gli eventi collaterali di Manifesta 12 – la biennale d’arte contemporanea itinerante che inaugurerà a Palermo il 16 giugno – figura anche l’originale progetto Radiceterna, che ha anticipato l’inizio della rassegna inaugurando lo scorso sabato, 19 maggio, presso l’Orto Botanico della città siciliana.
Ispirandosi al tema di questa edizione della biennale, il Giardino Planetario, Radiceterna si propone di allestire una biblioteca permanente all’interno dell’edificio settecentesco del Calidarium dell’Orto Botanico (nell’immagine in apertura), raccogliendo una collezione di libri curata da Eveline Wüthrich– co-fondatrice e coordinatrice di I Never Read, Art Book Fair Basel, fiera indipendente del libro d’arte a Basilea – e creare inoltre una project room, per lo studio e la ricerca sui temi dell’Arte e della Natura.
Il titolo Radiceterna fa riferimento a un’opera dell’artista Mario Merz del 1984, Se la forma scompare la sua radice è eterna: durante Manifesta sarà installata all’esterno del Calidarium, come progetto speciale realizzato in collaborazione con la Fondazione Merz. A tal proposito, Valentina Bruschi – curatrice del progetto con Ignazio Mortellaro, mentre il coordinamento artistico è di Vittorio Rappa – ha spiegato ad Artribune che l’installazione farà da “messaggio che comunica quello che sta accadendo al suo interno”.
Come accennato, oltre alla biblioteca, il progetto prevede anche la realizzazione di una project room, dove tra maggio e ottobre si alterneranno le mostre degli artisti Allora & Calzadilla (19 maggio), Katinka Bock (12 luglio), Björn Braun (7 settembre) e Ignazio Mortellaro (10 ottobre).
Ma i curatori guardano lontano, ben oltre il termine di Manifesta, tanto da dichiarare: “Abbiamo deciso di articolare il progetto in un ciclo di 37 mostre in dieci anni, un modo nuovo di non mettere scadenze, di decelerare il tempo di fruizione e trasformare questo nostro percorso in un viaggio imprevedibile ricco di potenzialità”.