The Substance of Light, la mostra inaugurata nei giorni scorsi al Museo Frieder Burda di Baden-Baden, nella Germania meridionale, fino al prossimo 28 ottobre offrirà al pubblico l'occasione di vivere un'esperienza artistica "illuminante", in senso letterale. Merito delle tante tecniche inedite che James Turrell ha saputo sviluppare nell'arco di 50 anni di carriera, per rendere fisicamente e percettivamente presenti la luce e l'atmosfera.
“In un certo senso, la luce unisce il mondo spiriturale a quello fisico, effimero“: parola di James Turrell, le cui suggestive opere permettono infatti allo spettatore di immergersi in uno spazio al contempo conosciuto – in quanto reale – e assolutamente nuovo per quanto riguarda invece la sua percezione sensoriale.
The Substance of Light, la mostra inaugurata nei giorni scorsi al Museo Frieder Burda di Baden-Baden, nella Germania meridionale, fino al prossimo 28 ottobre offrirà appunto al pubblico l’occasione di vivere un’esperienza artistica “illuminante”, in senso letterale.
James Turrell considera in effetti il cielo come il suo studio, la materia prima e la tela dei suoi interventi. Sin dagli anni Sessanta, traendo ispirazione dalle ricerche compiute dagli artisti minimalisti e dalla Land Art, ha utilizzato tutta una serie di tecniche inedite per rendere fisicamente presenti la luce e l’atmosfera.
In 50 anni di carriera, l’arte di James Turrell si è evoluta all’intersezione tra scienza, tecnologia e spiritualità, secondo una poetica che non ha equivalenti: l’opera non ha forma, esiste soltanto in relazione all’osservatore che vi si immerge o rapporta.
Il rapporto intenso tra istallazione e visitatore si forma già all’inizio del percorso espositivo concepito a Baden-Baden: la mostra prende avvio dal monumentale spazio di Apani, già presentato – con grande successo – alla Biennale d’Arte di Venezia del 2011.
In questo come in altri interventi, la stanza in cui consiste l’opera sembra non avere limiti, cancellati dall’azione sulla nostra visione di particolari sequenze di raggi luminosi. Ha inizio così la vera esperienza spirituale ricercata da Turrell con la sua light art: in assenza di punti di riferimento, lo spettatore finisce per rivolgere il proprio sguardo su se stesso, spinto dalla stessa fisica dell’opera ad adottare un approccio meditativo, intimo e raccolto.
La mostra prosegue di fenomeno in fenomeno fino alla nuova creazione, realizzata da Turrell appositamente per la collezione del Museo Frieder Burda: parte della serie Curved Wide Glass, Accretion Disk concretizza appieno l’afflato cosmico dell’arte dell’autore. Come il disco di gas e polvere stellare che orbita attorno a un corpo celeste, così lo spettatore si “sintonizza” sull’oggetto curvo che costituisce l’opera, osservandone il cambiamento di colore nell’arco di diverse ore.