Ceramiche a vernice nera, una moneta in lega di bronzo, addirittura i resti delle offerte alimentari e due strigili: una tomba a camera ritrovata alle porte di Roma presenta un corredo funerario a dir poco eccezionale, per le condizioni in cui si è preservato in duemila anni.
È di pochi giorni fa la notizia di uno straordinario ritrovamento alle porte di Roma, nella località Case Rosse, dove i lavori di archeologia preventiva – in vista del raddoppio dell’acquedotto – hanno portato alla luce una tomba a camera rimasta intatta per la bellezza di duemila anni.
Gli elementi presenti nell’ambiente – risalente all’epoca repubblicana, per la precisione al IV secolo a.C. – hanno portato gli archeologi a ribattezzare già la scoperta: sarà conosciuta dal grande pubblico come la Tomba dell’Atleta, dal momento che all’interno della sepoltura sono stati ritrovati non soltanto quattro scheletri – tre uomini e una donna – ma anche il prezioso corredo che accompagnava i defunti nel loro ultimo viaggio. E proprio tra i resti delle offerte devozionali di rito sono stati rinvenuti due strigili, che gli atleti antichi utilizzavano per pulirsi del grasso dopo le varie attività fisiche.
La grande – quanto fortuita – eccezionalità di questa scoperta sta appunto in questi oggetti, che sono rimasti intatti e non sono stati trafugati a dispetto dei secoli trascorsi. Gli archeologi stanno già cercando di risalire all’identità delle persone sepolte: viste le caratteristiche del corredo, composto da circa 30 reperti, si tratterebbe di una famiglia medio-borghese, composta da tre uomini adulti – uno dei quali, morto intorno ai 50 anni, è probabilmente l’Atleta a cui è stata ora intitolata la tomba – e una donna di età ancora indefinita, inumati in momenti diversi.
[Immagine in apertura: Soprintendenza Speciale Roma, fonte Facebook]