L’arte di Dalí e la fotografia di Clemmer ancora insieme, a Milano

15 Giugno 2018


Realizzata in collaborazione con l’archivio Jean Clemmer, la mostra Salvador Dalí, Jean Clemmer, un incontro, un’opera riannoda i fili della memoria per ricostruire la storia di un rapporto all’insegna dell’arte. A Port Lligat, il villaggio di pescatori sulla Costa Brava spagnola, negli anni Sessanta il padre del surrealismo invitò il fotografo svizzero nella casa che condivideva con Gala, sua musa e moglie.
Si trattò del primo atto di una collaborazione dalla quale nasceranno alcuni lavori sinergici, tra cui Un’interpretazione della moda spagnola, commissionata a Dalì nel 1968 dal Daily Telegraph, o il ciclo delle Metamorphose di Jean Clemmer, sorto come indagine sul tema della morte.

Visitabile fino al 9 settembre, la mostra ospitata nelle sede espositiva milanese analizza il rapporto creativo tra questi due autori. Vengono così presentate 50 stampe inedite, con gli ingrandimenti di rari provini a contatto, e le fotografie delle scene del cortometraggio perduto Le Divin Dalí. Si tratta di materiali provenienti dall’archivio Jean Clemmer, diretto da Hélène Clemmer Heidsieck, che li ha raccolti e conservati negli anni.
Girato nel 1964, negli Apec Studios di Parigi, il film Le Divin Dalí conteneva anche una scena centrale che lo stesso Dalí descrisse come “il cannibalismo dell’angelico“: era costruita su diversi piani di vetro, ciascuno con un angelo, per simulare l’idea di ascensione. Gli angeli si divoravano a vicenda, rigurgitando in un ciclo continuo di rinnovamento.