Gli scatti realizzati da uno degli esponenti del Neorealismo fotografico bresciano accompagnano il pubblico in un viaggio attraverso le atmosfere degli anni Cinquanta e Sessanta.
Fino a domenica 30 giugno, l’Arsenale di Iseo farà da cornice a una mostra affascinante, dedicata a un talentuoso fotografo italiano del Novecento. Arturo Crescini, il “fotografo ritrovato” riunisce una serie di scatti realizzati fra gli anni Cinquanta e la fine degli anni Sessanta, svelando l’attenzione al dettaglio da parte di Crescini e il suo rapporto empatico con i propri soggetti.
Dai bambini che giocano al ritorno del reduce fino al ballo degli innamorati, i protagonisti delle istantanee di Crescini parlano il linguaggio di un tempo andato, le cui tante sfumature sono colte dall’obiettivo del fotografo scomparso nel 2013.
Alpinista, botanico, escursionista e pubblicista, Crescini si dedicò all’arte dello scatto prediligendo una fotografia di tipo umanistico, fatta di rigore compositivo e formale e di una costante ricerca di autenticità. Poco interessato all’estetica, Crescini intese l’obiettivo come un mezzo per leggere e restituire la vita reale.