È un dialogo fra allievo e maestro quello che sta per prendere forma al Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, facendo luce su un capitolo essenziale per la storia dell’Impressionismo.
Si intitola semplicemente Monet / Boudin la mostra che, dal 26 giugno al 30 settembre, animerà le sale del Museo Nacional Thyssen-Bornemisza con una inedita conversazione tra due grandi personalità della pittura ottocentesca. Allievo e maestro, Claude Monet ed Eugène Boudin scrissero un importante capitolo della pittura dell’epoca, basilare per lo sviluppo del linguaggio impressionista.
Curata da Juan Ángel López-Manzanares, l’esposizione riunisce un centinaio di opere, alcune delle quali in prestito da importanti sedi internazionali e raccolte private, disposte secondo un criterio cronologico che aiuta a ripercorrere la storia del forte legame tra i due artisti.
Dopo aver conosciuto Boudin a Le Havre nel 1856, Monet divenne infatti suo studente, iniziando a collaborare con lui. Nemmeno il trasferimento a Parigi del giovane incrinò un rapporto destinato a diventare, nel tempo, un dialogo fra pari. Lo dimostra l’influenza reciproca dei loro stili e delle tematiche scelte ‒ dalle marine alle scene in spiaggia, fino al simile approccio nei confronti della pittura di paesaggio e en plein air.
In particolare, l’attitudine di Monet a cogliere il medesimo soggetto in diverse ore del giorno e in diverse stagioni deriverebbe dall’attenzione di Boudin nei confronti delle variazioni atmosferiche, ben testimoniate dai suoi studi.
Anche l’incontro con le suggestioni mediterranee, così diverse dai colori e dalle luci della Normandia, lasciò una traccia evidente nella pittura di due artisti che, allontanatisi durante la maturità, conservarono intatta la stima reciproca.
[Immagine in apertura: Claude Monet, The Needle Rock at Étretat, Low Tide (1883). Private collection, New York]