Ha da poco aperto i battenti la personale dell’artista belga ospitata dalla Fondation Maeght di Saint-Paul-de-Vence. Una mostra costruita ad hoc per gli affascinanti spazi della fondazione francese.
Non smette di stupire Jan Fabre, artista belga conosciuto in tutto il mondo grazie a una creatività trasversale, che affonda le radici nei linguaggi visivi più disparati ‒ dall’installazione alla scultura, dalla performance al teatro ‒ usando un’intelligente ironia per restituire le peculiarità del mondo odierno.
Stavolta i riflettori internazionali si sono accesi su Ma nation: l’imagination, la mostra allestita fino all’11 novembre nei suggestivi ambienti della Fondation Marguerite et Aimé Maeght a Saint-Paul-de-Vence. Progettata dall’artista belga appositamente per gli spazi della fondazione, la rassegna affianca opere scultoree, soprattutto in marmo, e disegni, che indagano il campo dell’immaginazione e quello della scienza.
Mente, corpo e sogni si mescolano nei lavori di Fabre, che ha fatto propria la lezione surrealista e del Barocco fiammingo traducendola in chiave contemporanea. Usando la consueta “arma” dell’ironia, Fabre restituisce un nuovo sguardo sulla realtà, creando un dialogo affascinante tra immaginazione, scienza e arte.
La mostra francese si inscrive nel solco della metamorfosi, tema particolarmente caro all’artista belga, esplorandone le molte sfumature. Anche questa volta Fabre chiama in causa la potenzialità della materia utilizzata per le sue opere come un mezzo per dare forma a un “discorso” votato alla bellezza e alla complessità del rapporto fra uomo e Natura.
[Immagine in apertura: Jan Fabre / © Adagp Paris 2018, Cutting the memory, 2014]