Prima personale italiana per l’artista congolese Maurice Mbikayi, che porta a Milano una serie di opere fotografiche, video e iinstallazioni ispirate al tessuto sociale e culturale del suo Paese d’origine.
Fino al 28 luglio, le Officine dell’Immagine di Milano fanno da cornice a Masks of Heterotopia, la prima mostra italiana dell’artista congolese Maurice Mbikayi, uno fra gli autori più talentuosi del panorama contemporaneo africano.
Curata da Silvia Cirelli, la rassegna affianca scatti, video e installazioni che prendono le mosse dall’indagine di Mbikayi attorno al proprio Paese.
Ispirandosi alle contraddizioni che caratterizzano l’epoca odierna, l’artista prende in esame il tessuto sociale congolese, descrivendone le molteplici sfumature. Una di queste è il dandismo, un fenomeno culturale che non deve essere scambiato per vanità, ma che denota un precisa risposta etica ed estetica a un contesto spesso dominato dalla violenza e dalla intolleranza.
Anche la quotidianità è uno degli ambiti di indagine di Mbikayi, che esplora l’impatto della tecnologia sulla società africana e le conseguenze sul fronte economico, ambientale e identitario. Uno strumento, la tecnologia, capace di modificare le relazioni tra gli individui e dunque le basi stesse di una comunità.
[Immagine in apertura: Maurice Mbikayi, The Aesthete Thinker 1, 2016, edizione di 5. Courtesy dell’artista e Officine dell’Immagine, Milano]