La città lombarda rende omaggio a uno dei suoi artisti più "vagabondi" con una mostra che ne ripercorre vita e carriera. A partire dai viaggi che lo condussero nell’Africa coloniale.
Vissuto nella prima metà del secolo scorso, l’artista cui è dedicata la mostra Giorgio Oprandi. Lo sguardo del viaggiatore, allestita all’Accademia Tadini di Lovere dal 30 giugno al 9 settembre, ha saputo restituire attraverso la propria pittura un colpo d’occhio sulle colonie africane, meta dei suoi viaggi fino agli anni Cinquanta del Novecento.
Oggi la città che gli diede i natali ne celebra il ricordo con una rassegna che affianca 70 lavori, alcuni dei quali in prestito dall’Accademia Carrara e dall’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo così come da raccolte private, che ne restituiscono la poetica e lo stile, caratterizzato da una grande libertà nell’uso del colore e dal taglio quasi fotografico della composizione.
Dai lavori d’esordio tra Bergamo, Roma e Milano al ruolo di “pittore delle colonie”, dalla visita in Albania fino ai paesaggi lacustri del Sebino e alle vedute bergamasche realizzati durante la maturità creativa, la mostra di Lovere consente anche di ammirare la “casa viaggiante” costruita da Oprandi nel 1927, con la quale viaggiò fino agli anni Cinquanta.
[Immagine in apertura: Giorgio Oprandi, L’ebrea del Garian, particolare]