Diretto da Marie Chouinard, il 12. Festival Internazionale di Danza Contemporanea porta in scena a Venezia molte delle declinazioni dell'espressione corporea contemporanea, concentrandosi sulle relazione tra danzatore e coreografo. Dal 22 giugno all'1 luglio.
Respirare, strategia e sovversione è il tema guida del 12. Festival Internazionale di Danza Contemporanea, promosso da La Biennale di Venezia e in programma nella città lagunare fino all’1 luglio prossimo. Questa edizione della rassegna, diretta da Marie Chouinard, propone 22 spettacoli di cui cinque in prima assoluta, uno in prima europea e 5 eseguiti per la prima volta in Italia.
Nelle dieci giornate del Festival, a calcare il palco della città lagunare saranno, tra gli altri, Xavier Le Roy, uno dei pionieri dell’anti-coreografia: l’artista si esibirà in prima assoluta con Le Sacre du printemps, un assolo diventato quasi di culto che reinventa i gesti rifrangendoli fra tre interpreti femminili.
Una reinterpretazione del flamenco in chiave contemporanea sarà proposta da Israel Galván, che con FLA.CO.MEN rivitalizzerà una tradizione secolare. Frédérick Gravel, accompagnata dal suo collettivo di attori, danzatori e musicisti, proporrà uno dei suoi “concerti-coreografici” in prima italiana: interpreterà Some Hope for the Bastards, esempio dell’inconfondibile fusione di indie rock e danza contemporanea.
A Meg Stuart sarà conferito il Leone d’Oro alla carriera; tra le novità del 2018 si segnala l’accredito “spettatori in residenza”, che permetterà di fruire a 360 gradi del Festival di Danza Musica e Teatro con la presenza di un tutor, prendendo inoltre parte a momenti di incontro con i protagonisti.
[Immagine in apertura: Mette Ingvartsen, to come (extended) © Jens Sethzman]