I “cantieri” artistici di Roberto Coda Zabetta sono aperti in Bretagna

4 Giugno 2018


Risale a pochi giorni fa la presentazione al pubblico di Cantiere 2 / Harbour, seconda tappa del progetto che Roberto Coda Zabetta ha avviato lo scorso anno nel capoluogo partenopeo, con la realizzazione di un grande dipinto sull’intera superficie del tetto del complesso della SS. Trinità delle Monache, poi ex Ospedale Militare di Napoli.

Stavolta l’artista originario di Biella si è spostato oltralpe, raggiungendo il Porto di Portivy, a St. Pierre Quiberon, in Bretagna. Il molo, naturalmente esposto all’azione del vento, della salsedine e del sole, farà da cornice all’intervento di Roberto Coda Zabetta, al confine tra pittura e disciplina architettonica.

Dopo essere stati sottoposti a un accurato lavaggio, la diga, i muri e la calata del porto sono ricoperti da strati di pigmenti naturali, polvere di ostriche, colla di pesce e una speciale pittura a impatto zero sull’ambiente. A un primo strato bianco ne vengono sovrapposti altri, stesi utilizzando un compressore ad aria.
L’intervento è destinato a scomparire per effetto degli agenti naturali, ma la sua creazione sarà documentata dal fotografo e filmaker Henrik Blomqvist (suo lo scatto in apertura) con una pellicola che darà voce anche a Patrizia Torricelli, Martina Sabbadini, Massimo Torrigiani, Hervé Bourdon e Tiziano Vudafieri.