Unico nel suo genere in Sicilia e tra i più piccoli teatri in Italia, a venti anni dalla sua apertura il Teatro Ditirammu di Palermo ospita una singolare collettiva, accompagnata da un programma di performance. Fino all'11 luglio.
Concetto storicamente bipolare quello di “ozio”, capace di raggiungere sia valenze positive sia negative, essendo associabile tanto alla pigrizia e all’inattività, quanto al piacere e alla contemplazione.
Una mostra in apertura a Palermo, riunendo una pluralità di voci e linguaggi, analizza in profondità il termine, cogliendone le ambiguità in uno sforzo di relazione e connessione con la città stessa, con la sua storia politica, sociale e culturale.
Intitolata semplicemente Ozio, la rassegna ha scelto un luogo d’eccezione del capoluogo siciliano come propria sede: il Teatro Ditirammu, inaugurato a Palermo nello storico quartiere della Kalsa nel maggio del 1998, e considerato con i suoi 52 posti a sedere un unicum per l’isola.
Visitabile fino all’11 luglio, la collettiva è curata da Adina Drinceanu e presenta film, installazioni e performance site-specific degli artisti Anca Benera e Arnold Estefan – originari di Bucharest, con il loro progetto Citrus Tristeza concepiscono l’ozio come un “ecosistema multistrato e temporale nel quale incuria, decadenza, rovine e abbandono sono percepite come qualcosa di normale” – e dall’artista siciliana Concetta Modica. Con la sua piece Going Back, l’ozio diviene una “estensione temporale scatenata dalla noia e dalla ripetizione“; la sua opera si salda con l’apparato delle imprese epiche di Orlando, l’eroico paladino della tradizione teatrale dei pupi di Palermo.
La mostra include inoltre un ambiente sonoro del poeta Jamaicano-Americano Ishion Hutchinson, protagonista anche di una performance insieme all’artista newyorkese Sanford Biggers, e la performance teatrale OzioLapa, scritta e diretta da Elisa Parrinello, prodotta dal Teatro Ditirammu.