Da Mario Giacomelli alla fotografia contemporanea, in un festival a Pieve di Soligo
Ha aperto i battenti pochi giorni fa l’ottava edizione del Festival F4 / un'idea di Fotografia, con quattro mostre da non perdere nella cornice di Villa Brandolini a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso.
Si rinnova l’appuntamento con la kermesse ospitata da Pieve di Soligo e dedicata agli artisti che hanno fatto dell’obiettivo il mezzo per esprimere la loro creatività. Fino al 26 agosto, Villa Brandolini farà da sfondo alla serie di mostre che animano il Festival F4 / un’idea di Fotografia, promosso dalla Fondazione Francesco Fabbri in collaborazione con il Comune di Pieve di Soligo e con la direzione artistica di Carlo Sala.
Incentrata sul tema del rapporto tra individuo e società, la rassegna si apre con Mario Giacomelli. Il corpo della terra, esposizione che riunisce i due cicli più importanti tra quelli realizzati dal talentuoso fotografo novecentesco ‒ i Paesaggi e l’Ospizio (in un secondo momento rinominato con il titolo tratto della poesia di Cesare Pavese, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi). Una riflessione sul binomio paesaggio-corpo, esplicitato dallo stesso Giacomelli: “Il paesaggio all’inizio è nato pensando alla materia stessa dell’uomo, la carne: la terra è uguale alla carne dell’uomo”.
La mostra collettiva Around me. Traces of presence in biopolscapes accosta il lavoro di tre nomi emergenti del panorama italiano ‒ Irene Fenara, Alessandro Calabrese e Alessandro Sambini ‒ accomunati da una acuta indagine dell’attualità. Il fil rouge espositivo è l’analisi delle tante sfumature che la biopolitica assume nell’ambito del rapporto fra singolo e società. L’identità di genere è invece al centro della mostra L’albero del latte di Silvia Bigi che, attraverso fotografie, installazioni e objets trouvés raccolti tra i Balcani e la Romagna, approfondisce il ruolo della donna nella società contemporanea.
Infine Alberto Sinigaglia, vincitore della sesta edizione del Premio Fabbri, presenta la serie fotografica Microwave City, intitolata alla città di Las Vegas come archetipo visivo di un immaginario effimero, al limite tra realtà e finzione.
[Immagine in apertura: Mario Giacomelli, dalla serie Presa di coscienza sulla natura, © Eredi Mario Giacomelli – Regione Lombardia / Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo]