Ampiamente imbevuti della cultura popolare messicana, lo stile e il linguaggio di Frida Kahlo sono al centro di una retrospettiva che arricchisce il programma espositivo estivo e autunnale di uno dei principali musei della capitale ungherese. Fino al 4 novembre prossimo.
C’è anche la primissima tela dipinta da Frida Kahlo, risalente al 1927, nella selezione delle opere in mostra – dal 7 luglio al 4 novembre – all’Hungarian National Gallery di Budapest.
La capitale ungherese, infatti, quest’estate accoglie un’importante retrospettiva dedicata all’artista messicana, resa possibile grazie alla collaborazione attivata con il Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e con altre istituzioni culturali del Paese sudamericano.
Proprio dal Messico provengono le oltre 30 opere esposte a Budapest: si tratta in larga parte di dipinti, tra cui ritratti e autoritratti ispirati agli eventi della sua vita dai quali emerge il suo distintivo segno, ma sono presenti anche fotografie.
Simili documenti consentono di aprire un varco nella complessa vicenda biografica dell’artista e di gettare uno sguardo nel suo universo interiore, in quella forma di “realtà mitica” da lei sperimentato e ricreato attraverso le sue opere.
L’intensificarsi dei progetti espositivi su Frida Kahlo avvenuto negli ultimi anni – in contemporanea con Frida Kahlo Masterpieces from the Museo Dolores Olmedo, Mexico City si svolge, ad esempio, Frida Kahlo: Making Her Self Up al Victoria & Albert Museum di Londra – ha generato un crescente interesse nei confronti della sua arte e della sua vita. Dopo un iniziale orientamento agli studi di medicina, due dolorose esperienze – un’infezione virale contratta a sei anni; il coinvolgimento, da adolescente, in un incidente d’autobus, con conseguenti fratture multiple alla colonna vertebrale e al bacino – incisero nel destino della donna che sarebbe diventata la più celebre artista del Messico del Novecento.
Dolori intensi la costrinsero a letto per molti mesi e fu nella pittura che Frida Kahlo riuscì a trovare una sorta di “via di fuga dalla sofferenza”.
Nacque così un linguaggio artistico intenso e affascinante, pur nel suo farsi manifestazione di una condizione fisica limitante e mentalmente complessa. Nella sostanziale unitarietà tra la vita e lo stile artistico della pittrice è possibile individuare elementi e aspetti legati con forza alla cultura popolare messicana. Colori, dettagli e alcuni dei soggetti scelti, infatti, risultano alimentati dalla sua stessa terra, dalla sua storia e dalle radicate tradizioni locali.