Spettacoli, progetti e performance si susseguiranno nell’arco di un intero mese nella cornice del Baglio di Stefano e del Cretto di Burri, a Gibellina. Ad aprire l'appuntamento sarà La Lunga Notte del contemporaneo, con quattro performance inedite delle quali saranno protagonisti Alessandro Haber e Mario Bellavista, Gianni Gebbia e Giovanni Scarcella, Igor Scalisi Palminteri e Angelo Sicurella, la Compagnia Franco Scaldati.
Conto alla rovescia, a Gibellina nel trapanese, per l’apertura della 37esima edizione delle Orestiadi, il festival annuale dedicato alle arti performative, fondato nel 1981 da Ludovico Corrao.
Nata con l’obiettivo di favorire la rinascita della località siciliana, sconvolta dal drammatico sisma del 1968, la kermesse intende quest’anno legarsi proprio alla tragedia che distrusse, cambiandone per sempre la sorte, la Valle del Belìce.
Avvalendosi della direzione artistica di Alfio Scuderi, le Orestiadi si legano dunque al tema 1968, niente fu più come prima, con un programma permeato dalla memoria e dal ricordo. Dal 7 luglio e l’11 agosto saliranno sul palco, tra gli altri, Alessandro Haber, Stefano Accorsi, Marco Baliani, Silvia Ajelli, Emilio Isgrò, Francesca Benedetti, Paolo Briguglia, Filippo Luna, Vincenzo Pirrotta, Claudio Gioè e Leo Gullotta; l’apertura è affidata all’evento La Lunga Notte del contemporaneo, che prevede quattro performance inedite, immaginate e costruite per Gibellina: Beat; Gold; 300 Grammi e Il corpo nostro è simile ad un guardino. In merito a questa edizione, Scuderi ha sottolineato come “in questi luoghi così particolari, in una ricorrenza così unica, nascerà il nostro Festival 2018, un’edizione straordinaria, che conferma le Orestiadi, non solo come contenitore di spettacoli di qualità, ma come soggetto creativo, Festival che diviene artisticamente produttivo, nel suo immaginare percorsi, costruire produzioni, stimolare idee. I cinquant’anni che ci separano dal 1968 saranno una guida, un filo rosso, per il nostro Festival, ricorderemo così il drammatico terremoto del 1968 che rase al suolo la città, ma ricorderemo anche il travaglio politico e sociale di quegli anni, quello che per l’Europa fu un terremoto culturale”.
Nella kermesse, infine, è coinvolto anche il Museo delle Trame Mediterranee; sede di un progetto legato alle arti visive, che include una mostra, una serie di performance e una residenza artistica a Gibellina e nel territorio circostante.
[Immagine in apertura: photo by Stefania Mazzara]