Il Cortile d’Onore della Galleria Nazionale delle Marche, a Urbino, si apre all'arte contemporanea: fino al 15 ottobre, spazio alla "Elliptical Column", la colonna di acciaio dall'andamento tortuoso, realizzata dall’artista britannico Tony Cragg.
In contemporanea con la prima mostra in terra sarda a lui dedicata, anche le Marche accolgono la poetica di uno dei massimi scultori della scena internazionale contemporanea. A partire dal 22 luglio prossimo, infatti, nella cornice unica del cortile d’onore del palazzo Ducale di Urbino sarà possibile ammirare la scultura Elliptical Column di Tony Cragg.
Questo complessa colonna in acciaio, dall’andamento tortuoso, segue il filone ispirato al biomorfismo che identifica la produzione più recente dell’artista; un tema già presente in lavori come Early Forms e Rational Beings. Ultimata nel 2012, Elliptical Column ha avuto il proprio “debutto espositivo” in occasione della personale londinese Tony Cragg at Exibition Road, nello stesso anno.
Visitabile fino al 15 ottobre, la scultura si misura con la dimensione architettonica di uno degli edifici storici delle Marche; realizzato tra il 1466 ed il 1472, il cortile d’onore – commissionato dal duca Federico da Montefeltro – si deve all’architetto dalmata Luciano Laurana, allievo – e seguace – di Leon Battista Alberti.
L’esposizione, curata da Ludovico Pratesi, genera un evidente contrasto visivo: l’equilibrio e la matrice geometrica rinascimentale che identificano il complesso architettonico entrano in relazione con le torsioni dell’opera, identificata da uno sviluppo dinamico e irregolare. Elliptical Column “si impone come elemento vitale e dinamico sull’ambiente circostante” e, grazie alla superficie specchiante, riflette l’architettura del Palazzo. Il risultato è “un’interessante relazione tra opera e spazio, passato e presente, armonia e movimento“.
Originario di Liverpool, dove è nato nel 1949, e di base in Germania dal 1977, è stato lo stesso Cragg ha sottolineare la peculiare capacità della scultura di “attivarsi” nei diversi contesti di inserimento, siano essi urbani, architettonici o naturali. “C’è l’idea che la scultura sia statica, o forse addirittura morta, ma io sento l’esatto contrario – ha dichiarato l’autore che, già in passato, ha esposto i propri lavori all’interno di complessi monumentali classici italiani. – Non sono una persona religiosa, sono un materialista assoluto. Per me il materiale è emozionante e, in ultima analisi, sublime. Nel momento in cui creo una scultura, vado in cerca di una spiritualità o di un’etica del materiale . Voglio che il materiale abbia una dinamica, per spingere e muoversi e crescere“.