Il celebre artista belga va in scena in Sicilia con una mostra “diffusa” che, tra Agrigento e Monreale, ne ripercorre l’intensa carriera. Fra opere note e lavori inediti.
09Si intitola Jan Fabre – Ecstasy & Oracles la mostra che, fino al 4 novembre, animerà le città siciliane di Agrigento e Monreale con una ricca selezione di lavori dell’artista belga, allestiti in cornici che spaziano dal sito archeologico ai luoghi di culto, fino ai monumenti e alle biblioteche.
Curata da Joanna De Vos e Melania Rossi, la rassegna figura tra i Manifesta 12/CollateralEvents e tra gli eventi di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, riunendo oltre 50 opere realizzate fra il 1982 e il 2016.
Disegni a matita e penna a sfera, sculture in cera e bronzo, film che documentano performance e mosaici fatti di corazze di scarabei: sono solo alcuni degli interventi presentati, in una sintesi esaustiva delle tematiche care a Fabre. Nel Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, l’artista prende in esame il tema degli oracoli, innescando un dialogo con il mondo classico evocato da opere come L’uomo che dirige le stelle o L’uomo che dà il fuoco.
Nei pressi del Tempio della Concordia trova visibilità Schande übers Ganze Erdenreich!, performance inedita presentata su cinque schermi e ideata ad hoc, mentre all’interno della Villa Aurea sono esposti disegni, film di performance e sculture definite Thinking models ispirate al tema della tartaruga. Proprio da qui prendono le mosse anche molte delle opere in mostra ad Agrigento, in tre luoghi d’eccezione ‒ la Biblioteca Lucchesiana, la Chiesa di Santa Maria dei Greci e il Chiostro del Monastero di Santo Spirito, mentre nel cortile esterno del Museo Archeologico Regionale “Pietro Griffo” svetta un’installazione formata da due busti bronzei che ritraggono Fabre intento a osservare se stesso, con delle corna di capra.
Il ciclo inarrestabile di vita, morte e rinascita, cui rimanda il motivo dello scarabeo gioiello, è protagonista delle opere allestite a Monreale, in location altrettanto suggestive come il Dormitorio dei Benedettini, il Chiostro di Santa Maria Nuova e la Cattedrale di Santa Maria Nuova; ospite, quest’ultima, de L’uomo che porta la croce, scultura in bronzo a grandezza naturale che raffigura l’artista mentre tiene in bilico una croce di quattro metri sul palmo della mano.