Il rapporto tra uomo e Natura, i tema della sostenibilità e della tutela ambientale sono diventati centrali nel lavoro dell’artista brasiliano, che dal 2013 ha scelto di avvicinarsi a una delle popolazioni indigene dell'Amazzonia. Queste premesse contraddistinguono anche il grande intervento scultoreo commissionatogli dalla Fondazione Beyeler e collocato nella stazione di Zurigo, in contemporanea con una mostra a Basilea.
C’è tempo fino al 29 luglio prossimo per ammirare con i propri occhi GaiaMotherTree, la monumentale installazione realizzata dall’artista brasiliano Ernesto Neto all’interno della principale stazione ferroviaria di Zurigo. Invitato dalla Fondation Beyeler a concepire un intervento per gli spazi pubblici di questo frequentato nodo ferroviario, Neto ha realizzato una scultura alta più di 20 metri, composta da nastri multicolore in cotone lavorati all’uncinetto e annodati a mano. La struttura è stabilizzata poi da sacchi che ricordano delle monumentali gocce, contenenti centinaia di chili di spezie profumate come curcuma, cumino e pepe nero.
L’opera, i cui lavori di realizzazione sono complessivamente durati oltre quattro anni, è stata fisicamente tradotta in realtà da un team di 27 persone, che hanno contribuito a dare concretezza alle idee dell’artista.
Sarebbe in effetti riduttivo considerare GaiaMotherTree come una scultura “tradizionale”: ai piedi di questo grande “albero”, la strategica presenza di alcune sedute ne estende il potenziale. Il risultato è uno spazio votato alla socialità e alla sosta, che rende viaggiatori e visitatori parte integrante di un lavoro che è un invito a riflettere sulle urgenze ambientali del nostro tempo.
Proprio quest’ultimo è tema al centro del programma di eventi messo a punto per l’intero periodo di apertura: con iniziative anche per i più piccoli, la rassegna prevede musica, meditazioni, workshop, riflessioni sull’opera e conferenze al di sotto delle “fronde” di GaiaMotherTree.
L’intervento a Zurigo è associato a una personale in corso nella sede della Fondation Beyeler. Neto, uno tra i maggiori artisti contemporanei del suo Paese, che dal 2013 ha scelto di vivere e operare a stretto contatto con la popolazione indigena Huni Kuin, nella porzione di foresta amazzonica al confine tra Perù e Brasile, è infatti il protagonista assoluto di una grande monografica a Basilea.
In mostra, una selezione di sculture realizzate tra gli anni Ottanta e Novanta; risale invece al 2017 Altar for a plant, l’opera posizionata nel parco del museo.
[Immagine in apertura: Ernesto Neto, GaiaMotherTree, 2018, veduta dell’installazione nella stazione di Zurigo Centrale. Image by Mark Niedermann © Fondation Beyeler]