Riflettori puntati sulla tredicesima edizione della Baltic Triennial, ospite per la prima volta non soltanto della Lituania, ma anche di Estonia e Lettonia.
Caratterizzati da un sempre più marcato fermento culturale, i Paesi baltici fanno da cornice a una rassegna giunta all’edizione numero 13, la Baltic Triennial, kermesse di arte contemporanea che quest’anno debutta anche in Estonia e Lituania, oltre ad animare come di consueto il CAC ‒ Contemporary Art Center di Vilnius, ospite dell’iniziativa fino al 12 agosto.
Intitolata Give up the ghost, la rassegna affida alla creatività il compito di indagare il senso di appartenenza alla complessa e sfaccettata epoca contemporanea, approfondendo il tema dell’identità oltre i limiti delle definizioni univoche. Pierre Huyghe, Dora Budor, Laure Prouvost, Rachel Rose e Nina Beier sono solo alcuni degli artisti in mostra a Vilnius, primo capitolo di una triennale in tre atti.
Affonda le radici nella scena creativa di Vilnius anche una recente installazione, già entrata negli annali dell’arte contemporanea. Stiamo parlando della scultura di Tony Soprano realizzata dall’artista lituano Donatas Jankauskas nel 2009 – l’anno in cui Vilnius fu, insieme all’austriaca Linz, Capitale europea della cultura.
Il lavoro di Jankauskas, ispirato al personaggio della celebre serie televisiva sul mondo della mafia italoamericana, risulta particolarmente emblematico perché fu creato non solo nell’anno in cui Vilnius era protagonista della cultura europea, ma anche all’apice della crisi economica vissuta dalla Lituania.
Al confine tra ilarità e denuncia, la poderosa figura alta più di 5 metri in boxer e accappatoio campeggia tuttora nella città di Vilnius, testimoniando il proprio successo.
[Immagine in apertura: Donatas Jankauskas, Tony Soprano, 2009, Vilnius. Photo by Valentina Tanni per Artribune]